(a cura di Antonio Mastrogiacomo)
Non soltanto le librerie predispongono tesori da ritrovare: anche i bidoni della raccolta differenziata (quelli della carta e del cartone) offrono una discreta mercanzia, specie quando tocca liberare garage e magazzini di libri appartenuti ad antenati mai conosciuti.
Di questa specie è uno di quei libri che ho rinvenuto da poco, pensate: non c’è nemmeno il prefisso davanti al numero di telefono – davvero altri tempi. Ebbene, questa nuova antologia latina ricorda come:
la vecchia Scuola voleva i testi con poche note o, addirittura, senza note. Ma bisogna tener conto che nel secolo scorso (ndr, 1800) la scuola aveva un carattere esclusivamente umanistico, e gli alunni, assai meno numerosi di ora, non erano ancora aperti ad altre esigenze.
Ora la vita allontana il ragazzo dalla Scuola col cinema, con la radio e la televisione, con lo sport, coi giornali illustrati, coi romanzi gialli e con tante altre cose, onde è necessario che i classici siano annotati abbondantemente, perché lo scolaro sia incoraggiato e non si arrenda alle prime difficoltà, con pregiudizio della sua formazione spirituale. (Ragni e Guerriero 1958).
Prima del boom economico degli anni Sessanta, i cui indici sono evidenziati dai media incaricati dell’allontanamento dalla scuola (al tempo invece era considerata istituzione con la lettera maiuscola), ben diversa era l’agenda dello studente liceale, sarebbe meglio dire ginnasiale. Sarà a questi anni che si riferisce il nostro prozio della sibaritide (leggi “riavvio del sistema: verso uno studio comparato del greco e del latino“)?
Ma soprattutto, a cosa stanno facendo riferimento i due autori (Ragni e Guerriero) in relazione agli esercizi a cura degli alunni?
La risposta è servita dai vostri stessi libri di testo, largamente imparentati con questa della metodologia del profluvio di note attraverso cui addomesticare le difficoltà del classico latino – nonché del classico greco, perché no…devo rovistare meglio, la prossima volta!!!
Ebbene, sic stantibus rebus (stando così le cose, un bell’ablativo assoluto non ce lo toglie nessuno), proviamo dunque a dare qualche consiglio:
– non limitarti a sottolineare la traduzione da ripetere al momento dell’interrogazione! Come puoi immaginare, quella carta stampata è dovuta all’impegno dei suoi autori che, avuta contezza delle difficoltà imposte dall’esercizio della traduzione da un lato, dai diversivi gentilmente offerti dall’infotainment dall’altro, hanno diluito le asperità attraverso le pillole grammaticali offrendo al contempo foglietti lessicali veramente illustrativi;
– non dimenticare di sottolineare i verbi presenti nel passo da tradurre, di compilare una lista dei paradigmi così da acquisire sempre più dimestichezza con il lessico, ma soprattutto con i temi del perfetto;
– tieni conto dei suggerimenti rivolti alla stessa composizione del testo in oggetto: alle volte può essere utile fare caso alla disposizione delle parole pur di guadagnare maggior attrito con il passo da tradurre;
– non contare esclusivamente su quanto scritto, ma prova sempre a confrontare quanto suggerito con il testo in latino così da ricostruire il passo in maniera meno impersonale;
– ultimo, ma non meno importante: ricordati sempre di leggere il testo in latino ad alta voce prima di darti alla traduzione.
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