Complemento predicativo… questo sconosciuto!
Quando si inizia ad avere a che fare con la sintassi dei casi, si parte solitamente dal nominativo.
Definito ad inizio del percorso di studi il caso che raccoglie tanto il soggetto quanto il nome del predicato faceva capolino anche l’indicazione di complemento predicativo del soggetto – in modo un poco diverso, a partire dalla diatesi del verbo lo stesso discorso può essere valido anche per il complemento predicativo dell’oggetto.
Iniziamo col dire subito che il complemento predicativo è rivolto allo studio dei casi diretti, nominativo (soggetto) e accusativo (complemento oggetto). Lo troviamo connesso ad alcuni verbi che definiamo copulativi, cioè quei verbi che uniscono il soggetto di una frase a un nome o a un aggettivo.
effettivi passivi
Marco è diventato magro
appellativi passivi
Francesco era chiamato il freddo
estimativi passivi
Buffon è considerato una saracinesca
elettivi passivi
Nicola è stato eletto deputato
Dunque questi verbi se al passivo permettono la presenza di un complemento predicativo del soggetto quale indicazione da rintracciare al nominativo, qualora li avessimo trovati all’attivo ci saremmo trovati di fronte al complemento predicativo dell’oggetto.
appellativi attivi
Gli amici chiamano Marco il freddo
estimativi attivi
I giornalisti considerano Buffon una saracinesca
elettivi attivi
I molisani hanno eletto Nicola deputato
Con gli appellativi passivi risulta più difficile organizzare una frase attiva.
Siamo partiti dalla lingua italiana per mostrare l’affinità fraseologica come occorre dal latino, principalmente.
Caesar habet Antonium nemicum – Cesare ritiene Antonio un nemico
Antonius nemicus ab Caesare habetur – Antonio è ritenuto nemico da Cesare
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