(a cura di Antonio Mastrogiacomo)
Non tutti riescono a iscriversi all’università appena diplomati: non tutti studiano per la patente appena diventati maggiorenni… c’è chi aspetta di maturare (manco a farlo apposta, intendiamo proprio l’esame), c’è chi preferisce farlo durante l’estate, c’è chi invece si schiera così apertamente a favore dei mezzi pubblici da evitare ogni minimo confronto con l’autodeterminazione in questioni di mobilità.
L’università telematica ha avuto il merito, a tratti visionario, di adeguare la didattica a condizioni di mobilità alternative alla presenza in tempi non sospetti, con largo anticipo sulle costrizioni imposte dalla recente pandemia, facendosi trovare pronta alla chiamata della didattica a distanza, un vero e proprio regime d’insegnamento dal quale stiamo progressivamente uscendo, chi più chi meno, vivi.
Certo, queste condizioni sono state riscalate su un’utenza molto più ampia e variegata, in grado di comprendere bambini e adolescenti, un tempo esclusi dall’offerta della teledidattica.
Cerchiamo allora di dare qualche indicazione a chi, facendo a morsi con il lavoro, magari lontano dai centri universitari, voglia riprendere gli studi, chiarendo quale percorso legittimi una conoscenza delle lingue greca e latina, anche in vista di una ipotetica iscrizione ai concorsi per la scuola.
In questo caso è opportuno bilanciare la propria scelta, specialmente della laurea magistrale, in vista della classe di concorso adeguata. Un discorso che riprenderemo anche in altra scheda perché tali contenuti sono in relazione tra loro.
Qualsiasi scuola sia stata frequentata per maturare il diploma, l’accesso alla laurea triennale in lettere è quasi sempre a numero aperto: fanno eccezione quei corsi a numero programmato, specie per le lingue.
Puoi trovare un test utile a monitorare le competenze in ingresso, a seconda della scelta della sede.
Qualsiasi le condizioni d’apertura, è opportuno conseguire una laurea triennale in lettere, restando al piano di studi generalista cui ogni università telematica fa riferimento.
Se all’università pubblica infatti troverai tutte le sfumature, a loro volta definite da un codice che ne disciplina ordinamento e didattica, dei corsi di laurea disponibili, alle private dovrai, tra molte virgolette, accontentarti del piano di studi che mettono a disposizione, particolarmente capiente sul piano delle competenze generali da assicurarti poi di intraprendere il corso di laurea magistrale più adeguato.
Non possiamo fare pubblicità alle stesse, in rete troverai diverse offerte di corsi di studi in questo senso: l’unica cortesia che ti chiediamo di prendere in considerazione, se davvero vuoi portare avanti un percorso di studi che ti permetta di maturare un titolo utile all’iscrizione alle classi di concorso che prevedono l’insegnamento dell’italiano, del latino e del greco… di considerare, tra tutte le offerte didattiche disponibili, il piano di studi di una magistrale in filologia, sia essa classica o moderna (di rimando alla presenza di esami di greco o meno).
La laurea magistrale in filologia ti permette infatti di maturare un’adeguata conoscenza della lingua e della letteratura unitamente ad altri esami meglio rivolti all’acquisizione di competenze didattiche.
Le normative che scandiscono il reclutamento del personale docente sono in perenne mobilità, quasi di rimando all’imposizione del ministero di completare le cattedre vacanti con incarichi a tempo determinato definiti da un non meglio identificato algoritmo, questa nuova mano invisibile carica di numeri così potenti da legittimare scelte di vita.
Siamo infatti in attesa della definizione di un ulteriore percorso di studi post laurea rivolto a chi abbia deciso di proseguire con l’insegnamento, si parla di una soglia di 60 crediti pronta a prendere il posto della precedente misura messa a punto dall’allora Ministra Fedeli.
Qualsiasi sia l’esito di queste direttive, particolarmente importante resta maturare una degna preparazione per cercare di scongiurare la strada del precariato.
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