I pirati di Lipari si impadroniscono di un dono votivo (trad)

Dopo che Marco Furio Camillo espugnò Veio, antica e ricca città degli Etruschi, il senato decise di consacrare ad Apollo un cratere d’oro. Perciò mandarono (lett. mandano) a Delfi gli ambasciatori con il prezioso dono. Quando la nave romana giunse presso lo stretto della Sicilia, i pirati di lipari catturano gli ambasciatori e (prendono) il dono votivo e (li) trasportano a Lipari. Era abitudine dello stato dei Liparoti dividere pubblicamente i bottini e i frutti del latrocinio. Per caso in quell’anno aveva la somma magistratura Timasiteo, un uomo dissimile dagli altri Liparesi e non privo di umanità. Timasiteo, quando venne a sapere (qual era) la patria dei prigionieri e il motivo del (loro) viaggio, non solo liberò gli ambasciatori romani ma addirittura con la scorta delle (sue) navi (li) portò a Delfi e (li) ricondusse incolumi da Delfi a Roma. Per senatoconsulto Timasiteo ottenne il titolo di amico del popolo romano.

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