Prima di affrontare il periodo ipotetico in greco, desideriamo fare una riflessione. Ogni lingua deve soddisfare diverse funzioni che dipendono ogni volta dall’arsenale grammaticale a sua disposizione. Per questo motivo, già lo studio delle lingue antiche, se proposto in maniera comparativa, può aiutare a prendere consapevolezza di come ogni lingua abbia una sua storia che spesso può ripetersi, ma altre volte può intrecciare percorsi diversi da quelli già battuti dalla propria lingua madre.
Prima di continuare con la lettura di questo contributo dedicato al periodo ipotetico in greco, ti consigliamo di (ri)leggere la nostra scheda sul periodo ipotetico in latino.
1) Situazione rappresentata come reale – ci si affida all’indicativo
2) Situazione rappresentata attraverso una proieizione a) nel senso di possibilità; b) nel senso di desiderio – ci si affida all’ottativo
3) Manifestazione di volontà – ci si affida tanto al congiuntivo quanto all’imperativo
4) Interrogativa
Si potrebbe essere ancora più analitici a riguardo, indicando per ogni classe diverse sfumature che comportano un certo adeguamento verbale al contesto fraseologico. Eppure ci preme davvero che tu possa familiarizzare con questo grado minimo, così da muoverti più agilmente nella lingua greca ma non solo.
Ritorniamo un attimo sul periodo ipotetico: all’enunciazione di una possibilità (apodosi) si affianca l’enunciazione delle condizioni cui è essa è vincolata (protasi). Non dimenticare che la protasi è una proposizione subordinata, mentre l’apodosi è una proposizione principale.
Forma-base | Periodo ipotetico | ‘protasi’ | ‘apodosi’
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Situazione di fatto | 1. Realtà | εἰ + indicativo | indicativo (ma non solo) |
Eventualità o potenzialità nel presente | 2. Eventualità o Possibilità | ἐάν+ congiuntivo [1]
εἰ + ottativo | indicativo (o imperativo, congiuntivo, ottativo) ottativo + ἄν
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Potenzialità nel passato | 3. Irrealtà | εἰ + indicativo di Tempi Storici | indicativo di Tempi Storici + ἄν
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In altre parole, se la potenzialità è nel presente, può ancora svilupparsi. Se è nel passato, rappresenta una situazione passata in termini solo possibili, ossia equivale a dire che non si è realizzata.
Il periodo ipotetico in greco può essere distinto inoltre dal contesto nel quale viene a trovarsi. Per questo motivo dunque ti suggeriamo di stare molto attento perché, oltre che indipendente, il periodo ipotetico può trovarsi in dipendenza tanto dall’infinito quanto dal participio.
Per mischiare un po’ le carte ora indicheremo di seguito delle proposizioni in greco e in italiano che vanno date collegate a mezzo di una freccia tra le colonne che ne indichi la rispettiva traduzione.
Come l’italiano, anche il greco presenta moduli espressivi per cui i tempi di Congiuntivo e Ottativo possono essere disponibili all’impiego in funzione modale, creando un parallelismo:
tra tempo presente (presente o Perfetto) e modo indicativo
tra tempo passato (Imperfetto o Aoristo) e modo ottativo
tra tempo futuro (Futuro) e modo congiuntivo
Come accade in italiano proprio perché ci capita di usare il Futuro con molteplici valori modali (“saranno le quattro, resterò a casa”) quanto l’imperfetto (“era meglio se non andavamo, era meglio se interrogava giovedì prossimo”).
Una sintonia preziosa che permette di farci capire meglio come la traduzione non significhi semplicemente cambiare il significato delle parole da una lingua all’altra, bensì adeguarsi linguisticamente tra una lingua e l’altra, ogni volta diversamente.
[1] Sia nella protasi che nell’apodosi sono possibili vari tipi espressivi (più o meno come in italiano). Nella protasi si può avere – come in diverse altre subordinate – il Congiuntivo eventuale. In questo caso la congiunzione εἰ può fondersi con ἄν dando luogo a esiti diversi: ἐάν oppure ἤν o anche ᾱ[ν.
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