(a cura di Antonio Mastrogiacomo)
La vita sembra confondersi con la scuola, ci farebbe ancora una volta pensare Elena Greco, è lei l’amica geniale nata dalla penna della Ferrante, in grado di conquistare prima un selezionato pubblico di lettori, poi la massa degli spettatori grazie a una produzione televisiva internazionale targata Rai e HBO.
Il romanzo L’amica geniale, in gran parte ambientato nella città di Napoli, segnala come lo studio delle lingue antiche all’epoca abbia riservato un certo privilegio di classe culturale quasi a congrua garanzia di un riscatto parimenti sociale, come non sarà nel caso di Raffaella Cerullo, costretta in esilio quasi involontario a fare i conti con la propria condizione, attratta dalla cultura eppure respinta dalla vita.
Sembrano poter ancora oggi fare tenerezza quelle immagini che, pur lontane dall’assoluta aderenza ai fatti, testimoniano ugualmente un tempo fragile quanto il nostro, magari più delicato o ancora più duro nei rapporti tra docenti e studenti, tra compagni di scuola stessi alle prese dello studio del greco e del latino.
Le lingue antiche entrano sapientemente nella struttura del romanzo, rappresentando un piccolo scatto di carriera per la giovane studentessa di rione Luzzatti, costretta a muoversi verso il centro di una città pur sempre in anticipo sulla periferia.
L’amica geniale è attraversata da continui riferimenti allo studio della cultura umanistica anche nei personaggi che con la Greco hanno a che fare, come padre e figlio Sarratore, entrambi uomini di lettere.
Ci sembra un falso storico il successo continuo della studentessa, sulla scorta di voti altissimi quale l’otto, il nove che non sembrano aver riscontro nella memoria degli studenti di quegli anni, abituati forse a medie più basse, di certo preparati a dovere da docenti severi, quasi al limite della cattiveria.
Il romanzo intero è attraversato da una forte vena didattica, come possibile rilevare da tutti i tanti riferimenti spesi a favore della storia della letteratura, mettendo l’uno dopo l’altro titoli che rischiano oggi di essere dimenticati.
La ritmicità delle immagini sposa la frenesia del contenuto, tra attimi dilatati e cesure evidenti: la storia di Napoli accoglie la vita dei suoi umili interpreti, cittadini a loro volta interpreti della storia.
L’amica geniale ci sembra una buona proposta culturale, in grado di aiutare un qualsiasi pubblico a prendere dimistichezza col sapore e coi saperi dei classici, ricordando con molta tenerezza il nostro passato, magari per vivere con più coscienziosità il presente.
Vi consigliamo dunque rivedere la serie, di leggere il libro L’amica geniale così da immergervi nella forza ciclica dei classici, così potenti da ritornare sotto mentite spoglie nei rimandi di un dialogo, tra la polvere di una bancarella e gli scaffali di una libreria: Elena Greco lavorava stagionalmente presso port’Alba, alcune cose resistono ancora nel tempo.
Il verbo latino... a piccoli passi! Partiamo col ricordare che, a differenza dell’italiano, il…
Esercitarsi in rete: poesialatina a cura del prof. Frappa Abbiamo imparato ad apprezzare…
La Catania di Stesicoro (a cura di Antonio Mastrogiacomo) Ogni volta che si sente…
Da Nasso a Giardini Naxos, un itinerario "mentale" (a cura di Antonio Mastrogiacomo) …
Studiose di greco e latino (a cura della Redazione) Oggi ci dedichiamo alle…
Greco e latino all’Università Telematica (a cura di Antonio Mastrogiacomo) Non tutti riescono…