Esistono tipologie di proposizioni così abusate nella lingua quotidiana da essere difficilmente riconosciute quando definite grammaticalmente: è il caso delle proposizioni volitive, proposizioni indipendenti che esprimono un ordine, un divieto o un invito.
A pensarci bene, facendo proprio riferimento alla lingua italiana, possiamo renderci conto che il verbo può appartenere a quattro modi diversi quali l’imperativo, l’indicativo, il congiuntivo, l’infinito.
Come tali, le proposizioni volitive non vengono mai prese troppo in considerazione durante lo studio della grammatica italiana, lasciate sullo sfondo perché difficili da rintracciare oppure perché si preferisce indugiare su altro, solitamente su quanto resta per iscritto.
Ancora una volta, ai confini tra oralità e la scrittura, indichiamo come debba singolarmente essere rivisto il nostro atteggiamento nei confronti dello studio della grammatica!
Proviamo dunque a presentare di seguito una casistica il più accurata possibile in relazione alle proposizioni volitive in greco.
Si tratta di una occasione imperdibile per ripetere qualcosina dell’ottativo obliquo; si usa al posto del congiuntivo, nelle forme di imperfetto, piuccheperfetto, aoristo e presente storico.
Solitamente si mostra nelle proposizioni finali, volitive, temporali, interrogative indirette, nelle relative, nelle dichiarative introdotte da ὅτι e ὡς.
Esempio – Ἡ μήτηρ διηρώτα τὸν Κῦρον πότερον βούλοιτο μένειν ἥ ἀπιέναι
(La madre domandò a Ciro se egli voleva rimanere o andare via)
Segue un rapido passaggio attraverso le proposizioni interrogative definite volitive per esprimere una volontà prima di definire le completive volitive.
Come tali, nell’analisi del periodo, vengono definite proposizioni completive alcune proposizioni subordinate che all’interno del periodo completano il significato del verbo, facendo le funzioni, per così dire, del suo soggetto o del suo complemento oggetto.
Nella lingua greca le completive volitive dipendono dai verbi di convenienza, dovere, necessità, poi verbi di volontà, esortazione, preghiera, ordine, impedimento, dai verba timendi – curandi – cavendi:
– se implicite si formano con l’accusativo + infinito;
– se in forma esplicita si realizzano con congiunzioni subordinanti e modi finiti.
Ricorda che le prop. volitive vengono dette anche “iussive”.
Per la forma negativa viene adoperata la negazione μή.
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