Non è semplice fare la costruzione, mettere in ordine i vocaboli da tradurre.
Può rivelarsi un’operazione tutt’altro che semplice, soprattutto per chi frequenta il primo biennio di studi.
Non preoccupatevi però, in quanto si tratta soprattutto di esercizio e di tecniche da acquisire. Certamente gli alunni dotati di intuito avranno qualche possibilità in più nel capire “istintivamente” come fare la costruzione della frase da tradurre.
Ma per fare la traduzione ci sono regole precise che vanno rispettate.
Piccola premessa: la grammatica latina e la grammatica greca vanno studiate con grande impegno. Quindi diamo per scontato che le regole grammaticali siano state studiate e soprattutto comprese da parte vostra.
Sconsigliamo fortemente l’uso di traduttori latini e traduttori greci: dovete imparare a tradurre… non a copiare!!!
1) Leggete la versione due volte a voce alta, prestando attenzione al titolo del testo
2) Leggete lentamente la frase, individuando e sottolineando il verbo principale, ossia il verso della proposizione reggente: deve essere un verbo di modo finito.
3) Sottolineate poi tutti i verbi della frase da tradurre, anche i verbi di modo infinito.
4) Ritorniamo al verbo principale, verificando se è singolare o plurale. Ciò è fondamentale per capire se il soggetto da trovare deve essere singolare o plurale (raramente è sottinteso oppure si tratta di verbi impersonali).
5) Una volta individuato il soggetto affiancatelo al verbo e cercate un complemento oggetto se il verbo è transitivo oppure i diversi complementi indiretti.
Comunque il primo passaggio classico è spesso anche il più frequente: soggetto + verbo + complemento oggetto. A questo punto se riuscite a fare la costruzione degli altri vocaboli della frase ben venga, altrimenti non preoccupatevi se non riuscite a fare la costruzione.
6) Aprite il vocabolario e cercate il significato del soggetto, poi del verbo e infine del complemento oggetto.
Scegliere il significato del verbo principale è forse l’asptetto più delicato quando traducete una versione. Non scegliete il primo significato, ma leggete TUTTI i significati rispettando la numerazione (1, 2, 3, etc) alla quale corrisponde un’area semantica affine o diversa.
7) Mettete un segnalibro alla pagina del vocabolario del verbo: non dovete escludere che la vostra scelta lessicale possa essere sbagliata e quindi probabilmente dovrete scegliere un altro significato.
8) Il complemento oggetto è strettamente legato al verbo, quindi fate una serie di ipotesi di traduzione, finché non trovate una traduzione plausibile.
9) Adesso dovete tradurre le altre parole della frase e nel caso di proposizioni subordinate, cercate sempre di andare per piccoli passi, legando la proposizione principale con la proposizione subordinata (o le proposizioni subordinate).
Quando avete terminato di tradurre la frase, controllate rapidamente se avete tradotto TUTTE le parole, se il distinguo singolare e plurale è stato rispettato e infine se la frase appena tradotta ha un senso logico.
10) Lasciate in bianco se non avete capito assolutamente il senso. La frase successiva potrà essere illuminante per capire qualche passaggio precedente a voi “oscuro”. Quando siete pronti ricopiate la traduzione in “bella”. Rileggete lentamente e cercate eventuali errori.
Il verbo latino... a piccoli passi! Partiamo col ricordare che, a differenza dell’italiano, il…
Esercitarsi in rete: poesialatina a cura del prof. Frappa Abbiamo imparato ad apprezzare…
La Catania di Stesicoro (a cura di Antonio Mastrogiacomo) Ogni volta che si sente…
Da Nasso a Giardini Naxos, un itinerario "mentale" (a cura di Antonio Mastrogiacomo) …
Studiose di greco e latino (a cura della Redazione) Oggi ci dedichiamo alle…
Greco e latino all’Università Telematica (a cura di Antonio Mastrogiacomo) Non tutti riescono…