Prima di parlare del comparativo degli avverbi in greco, ricordiamo che dal punto di vista funzionale l’avverbio è una parte del discorso che viene usata principalmente come modificatore di un verbo, ma anche di un aggettivo, di un altro avverbio o di un’intera frase.
E’ proprio per questa sua natura potrebbe ricorrere tra le parti invariabili del discorso come la più “ballerina”.
Se con l’avverbio giusto l’azione verbale si modifica definendo compitamente il significato della frase, pensiamo allora alla funzione del comparativo e del superlativo anche per il caso dell’avverbio, come condizione utile da riprendere in vista di una più completa ricognizione della materia trattata.
Come gli aggettivi, anche alcuni avverbi che esprimono significati graduabili (detti “scalari” in termini specialistici), ammettono di essere realizzati ai gradi comparativo (e superlativo).
Anticamente, nell’indoeropeo, gli avverbi erano inseriti con un valore autonomo nella frase, senza che influissero nella creazione di proposizioni causali, temporali, concessive.
Solo successivamente, con l’evoluzione della sintassi nel greco antico, essi iniziarono ad avere una precisa concordanza col predicato, i sostantivi e gli aggettivi, per realizzare le varie proposizioni del periodo.
Per questo motivo è utile riportare qualche principio in riferimento alla formazione degli avverbi in greco.
Tra gli avverbi primitivi in italiano possiamo ricordare ad esempio “bene”, “male”, “sempre”, “forse”, etc etc.
Gli avverbi derivati si formano:
Gli avverbi aggettivali si formano dagli aggettivi, sia della prima sia della seconda classe, mediante la terminazione -ως (che in pratica si sostituisce alla terminazione -ων del G. plurale).
Ad esempio:
Tali avverbi sono definiti anche “qualificativi”, in quanto, come gli aggettivi corrispondenti, esprimono una qualità o un modo; questa tuttavia non è una loro prerogativa, perché esistono anche alcuni avverbi non aggettivali, benché in un numero piuttosto ridotto, che possano esprimere un modo.
Gli altri avverbi greci, cioè quelli non aggettivali, sono un insieme piuttosto eterogeneo per formazione e significato.
Sono spesso definiti circostanziali in quanto la maggior parte di essi esprime non una qualità, bensì una circostanza o una condizione (ma in alcuni casi anche un modo).
Tra le categorie di significato da essi espresse possiamo ricordare:
Ora è il caso di rivolgerci alla comparazione che, come riportato in apertura, esprime significati graduabili, ammettendo una realizzazione ai gradi comparativo e superlativo.
Il comparativo degli avverbi in greco si forma con l’accusativo neutro singolare del comparativo dell’aggettivo.
Il superlativo degli avverbi si forma con l’accusativo neutro plurale del superlativo dell’aggettivo.
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