Uso dell’infinito in latino

 

Il modo infinito in latino ha tre tempi: presente, perfetto e futuro, con diatesi attiva e passiva.

Ricordiamo che l’infinito presente esprime un’azione che si svolge nello stesso tempo del verbe reggente.
L’infinito perfetto esprime un’azione passata rispetto verbo a cui si accompagna.
L’infinito futuro esprime un’azione che avverrà, un’azione futura rispetto al verbo reggente.

Per la traduzione, l’infinito presente si traduce in italiano con l’infinito presente, l’infinito perfetto con l’infinito passato.
Invece l’infinito futuro è più complesso e rientra spesso nelle proposizioni infinitive.

 

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Ricorda che l’infinito presente può trovarsi anche in proposizioni principali e in tal caso viene definito “infinito storico” e si traduce con l’imperfetto indicativo.

 

L’infinito presente attivo si forma aggiungendo al tema del presente la desinenza “re”.
Quello presente passivo aggiungendo al tema del presente la desinenza “ri” (fatta eccezione per la 3a coniugazione).
Invece per l’infinito perfetto attivo aggiungiamo al tema del perfetto la desinenza “isse” per l’attivo.
Un poco più complesso l’infinito perfetto passivo che formiamo dal participio perfetto in accusativo facendo seguire l’infinito presente del verbo sum.
Infine per l‘infinito futuro attivo si usa il participio futuro in accusativo seguito dall’infinito presente del verbo sum.
Poco frequente l’infinito futuro passivo formato dal supino attivo del verbo seguito da “iri”.

 

L’infinito semplice, in origine sostantivo verbale, viene impiegato come soggetto in questi casi:

1) in presenza del verbo esse unito a un aggettivo neutro o a determinati sostantivi: iustum est, turpe est, aequum est etc etc

2) con i verbi impersonali come oportet paenitet, placet etc

Esso ha funzione di predicato, quando il soggetto del verbo esse è un pronome o un altro infinito.

 

L’infinito in latino può fungere anche da complemento oggetto con i verbi servili come possum, queo, volo, nolo etc. e altre locuzioni.
Questi verbi servili necessitano di un altro verbo all’infinito per completare il proprio significato.
Rientrano i verbi che esprimono desiderio, volere, potere, dovere. Ma anche verbi che esprimono il cominciare, il continuare o il finire di un’azione.

 

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