Perché leggere un classico in lingua originale?
In questa scheda vogliamo proporti una riflessione sull’importanza di leggere un classico in lingua originale.
Il classico si pone in una lingua che, prima di essere universale, è la lingua dell’autore.
La domanda diventa dunque: perché leggere un classico in lingua originale?
O meglio: un classico non nella sua lingua originale è ancora un classico? Si tratta dello stesso classico?
Queste domande muovono gran parte della riflessione sulla teoria della traduzione, sulla vita della lingua e non tocca proprio a noi decidere con una risposta definitiva. Ci sentiamo semmai di indicare il primato del classico in lingua originale da affiancare favorevolmente con la lettura in traduzione dell’opera.
Non bisogna fare tanta strada per rendersi conto come nella storia della letteratura il problema della traduzione sia decisivo.
Si veda ad esempio il trasferimento della cultura greca nella latina, come nell’Odusia. Si arriva così fino ai lirici greci tradotti da Salvatore Quasimodo, in questa vocazione al superamento del codice linguistico verso la cima di una parola unica perché poetica.
Leggere un classico in lingua originale ci avvicina soprattutto all’autore dell’opera
Dunque, leggere il classico in lingua originale ci avvicina soprattutto all’autore: le parole che sceglie, come le organizza, quante volte le usa…tutta una attenzione al testo che è davvero un ingrediente irriducibile.
Allora proviamo a chiarire in che modo altro poter presentare il problema della singolarità del classico prima della traduzione facendo riferimento ad altra, e forse più complessa, opera di traslazione e restituzione. Qualcosa di simile accade in ogni doppiaggio.
Ebbene, a seconda delle possibilità e delle scelte in fase di registrazione del suono, è possibile che nella versione doppiata non solo la pista solista dei dialoghi, ma la colonna sonora in generale sia proprio altra cosa che quella del film originale.
Insomma, ci capita sempre più spesso fruire di serie televisive dove la possibilità di abilitare la lingua originale, semmai con i sottotitoli, ci permette di raggiungere non la condizione standard della traduzione ma la condizione standard della lingua parlata.
Ecco insomma dove poter ritrovare uno strumento di analogia forte nel restituire al classico il suo valore originario nella lettura in lingua: nel doppiaggio audiovisivo. E la stessa forza della nostra traduzione dovrebbe coincidere proprio con la mission del doppiaggio. Ovvero rispondere ad un’urgenza pratica, rendere accessibile in altre parole le stesse parole a più persone possibili accomunati da una lingua comune.
La traduzione migliore non è infatti quella che propone formule arcaizzanti o la restituzione sic et simpliciter in lingua di espressioni parimenti intraducibili.
Dobbiamo ricordarci di tradurre nella nostra lingua!
Tra una lingua madre e una lingua straniera
In conclusione vogliamo, con una indicazione che ricaviamo dal testo dantesco del De vulgari eloquentia, indicare la capacità di sapersi barcamenare tra una lingua madre e una lingua straniera: la conquista di entrambi i gradi di lettura soddisfa un’urgenza che sappia mettere il linguaggio a disposizione dell’uomo, e non viceversa.