Il titolo proposto ” Ortografia (mentale)” si riferisce alla capacità di leggere una parola così come è scritta: nel caso del greco, un vero e proprio stillicidio considerato quanto si presta attenzione alla parola…scritta, specie al tempo degli aggiornamenti di whatsapp che moltiplicano il rate di riproduzione.
Prima di farsi ortografia mentale, il greco passa attraverso un lungo apprendistato fatto di spiriti e accenti da ben posizionare al punto da potersi tramandare alcuni slogan infragenerazionali.
Quali slogan? Ad esempo “mio nonno aveva un cagnolino di nome kaì” risponderebbe un docente dalla memoria lunga pur di educare alla corretta pronuncia di una semplice quanto temuta congiunzione.
Si tratterebbe insomma di passare dallo scritto al detto provando a conservare quei segni che orpello non sono, bensì specifica tecnica della parola giusta da consultare.
Consultare un vocabolario affina l’occhio alle differenze.
Le stesse differenze permettono di distinguere le parole tra loro. Se pensate a quante volte può capitarvi un ων compreso di segni da decifrare, senza andare al manicomio ogni volta dovrete capire se si tratta di pronome, participio e similia.
In questo senso, dal momento che l’abilità richiesta non si riferisce allo scrivere correntemente in greco e latino, bensì riuscire a destreggiarsi non solo tra i significati, ma proprio tra i segni delle parole, il nostro riferimento ad una ortografia (mentale) è ricavato dall’impossibilità di fare affidamento al solo tratto vocale (così come lo immaginiamo, cioè come qualcosa da pronunciare) per guadagnare il senso della scrittura attraverso… l’attenzione.
Questa premessa in effetti si riferisce allo studio del greco, in ogni suo dettaglio; già a partire dall’articolo è possibile individuare in questa attenzione all’ortografia (mentale) un tratto distintivo della lingua greca a differenza del latino, più vicino al nostro modo di scrivere le parole.
In altre parole, quando imparate ad esempio le tre declinazioni in greco, non preoccupatevi solo delle desinenze da pronunciare, bensì (è il nostro consiglio, da sempre!), imparate a ricopiare, riscrivere e poi verificate.
Insomma non giocate esclusivamente di pigrizia al fine di memorizzare quanto, passato qualche giorno, è già semplice ricordo.
Lasciate una immagine mentale di questo studio: scrivete e memorizzate graficamente (anche impiegando diversi colori) le desinenze.
Se ritenete questa operazione inutile per declinazioni di articoli, aggettivi e pronomi, potete almeno considerare la nostra richiesta per i verbi? I verbi greci soprattutto!
Non sottovalutate MAI il verbo: riconoscere non solo il significato (spesso, unico cruccio dello studente alla presa con la traduzione) ma anche la sua forma permette di muoversi con passo più spedito in direzione della consegna, specialmente durante il compito in classe.
Proprio per questo motivo, il nostro consiglio è di riprendere confidenza con una lingua nella sua sostanza, senza fare confusione.
Badate dunque anche all’ortografia (mentale)…
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