L’articolo in greco
L’articolo è una parte variabile del discorso: insieme al nome, all’aggettivo, al pronome e al verbo rispetta le regole della concordanza (in altre parole, cambia per genere e numero).
Nella lingua italiana distinguiamo due diversi tipi di articolo, determinativo e indeterminativo, la cui presenza riflette in maniera adeguata la definizione della parola che segue.
Ad esempio, impieghiamo l’indeterminativo per sottolineare un senso di vaghezza, genericità, appunto indeterminatezza. Pensa agli incipit delle favole quando compare ad esempio c’era una volta una tartaruga…
Ben diverso il caso dell’articolo determinativo, impiegato per indicare con precisione un elemento già presentato, il cui referente sia dato già conosciuto: detesto la minestra.
Non dobbiamo quindi stupirci che in greco l’articolo svolgesse la funzione di pronome, così da far risultare questa determinatezza ancora più evidente.
La presenza o meno dell’articolo è dunque un importante elemento da considerare perché può davvero fare la differenza.
Il greco mantiene poi questa formula adeguando la concordanza ai casi, dunque alle declinazioni, oltre al genere e numero.
Lo studio dell’articolo è davvero preliminare all’approfondimento che ne segue grazie alla prima e seconda declinazione, riportando in nuce degli elementi che ritorneranno come caratterizzanti anche della prima classe degli aggettivi.
Andiamo con ordine:
Se una parola in greco manca dell’articolo, allora possiamo tradurre quella parola con l’articolo indeterminativo:
ἅνθροπος = un uomo
nel caso che segue tradurremo insieme all’articolo
ὁ ἅνθροπος = l’uomo
Il contesto della frase ci aiuterà a comprendere meglio come comportarci: una volta familiarizzato con il valore dell’articolo, capiremo ancora meglio come la sua presenza sia importante nello sviluppo della frase.
Se l’indoeuropeo mancava dell’articolo (come nel caso del latino), il greco introdusse questo elemento che in origine era un pronome dimostrativo.
L’articolo conserva l’antica natura di pronome in alcune espressioni
- ὁ μὲν….ὁ δέ: l’uno…l’altro
οἱ μὲν….οἱ δέ: gli uni…gli altri
τῶν μὲν…τῶν δέ: degli uni…degli altri
- ὁ δέ (ad inizio di frase): ed egli; ἡ δέ: ed essa: οἱ δέ: ed essi; αἱ δέ: ed esse…
- πρό τοῦ: prima d’ora
Il greco può sopperire alla mancanza dell’articolo indeterminativo impiegando il pronome indefinito enclitico τις, τι
Ti consigliamo di studiare l’articolo a partire dal memorizzare le diverse desinenze.
Abbi cura nel considerare che troverai le desinenze nella prima e nella seconda declinazione e anche nella prima classe degli aggettivi.
Si tratta di una occasione utile inoltre per entrare in contatto con la struttura delle declinazioni a partire dal rigoroso riferimento ai casi, al genere (maschile, femminile e neutro) e al numero (singolare, plurale e duale).
Completare degli schemi, ripetere ad alta voce, stare attenti alla scrittura oltre alla lettura: questa la cassetta degli attrezzi per favorire una adeguata memorizzazione dell’articolo caso per caso, genere per genere, numero per numero.
Articolo determinativo
SINGOLARE
MASCHILE FEMMINILE NEUTRO
- ὁ ἡ τό
- τοῦ τῆς τοῦ
- τῷ τῇ τῷ
- τόν τήν τό
PLURALE
MASCHILE FEMMINILE NEUTRO
- οἱ αἱ τά
- τῶν τῶν τῶν
- τοῖς ταῖς τοῖς
- τούς τάς τά
DUALE MASCHILE E NEUTRO: Nom. e Acc. τώ; Gen. e Dat. τοῖν
DUALE FEMMINILE: Nom. e Acc. τά; Gen. e Dat. ταῖν
Esercizi:
- Riscrivi completamente sul tuo quaderno di grammatica greca lo schema dopo averlo memorizzato. Confronta poi il tuo lavoro e annota le difficoltà che hai incontrato.
- Registrati mentre ripeti lo schema a voce, riascolta e controlla dallo schema se qualche errore sia occorso in fase di ripetizione.
- Realizza una schema che manchi di alcune terminazioni secondo il modello proposto e completa dove necessario
ARTICOLO SINGOLARE
MASCHILE FEMMINILE NEUTRO
- ὁ ἡ τό
- τοῦ ___ τοῦ
- τῷ τῇ τῷ
- τόν τήν ____
PLURALE
MASCHILE FEMMINILE NEUTRO
- οἱ αἱ τά
- τῶν τῶν τῶν
- τοῖς ταῖς ____
- _____ ____ _____
Accenti e spirito
Finiamo con una immagine, di quelle che troviamo in rete per strappare un sorriso 🙂
Può essere utile per indicare la forza di una differenza quale è nascosta nelle declinazioni. E non dobbiamo stranirci se pensiamo che alcune lingue – come il tedesco – ancora oggi si basano proprio sulle stesse regole presenti nel greco e latino.
Immagine sagace, purtroppo incompleta! Mancano infatti spiriti e accenti.
Cosa sono gli spiriti e gli accenti?
Come si usano?
Ad esempio nel nominativo maschile e femminile, singolare e plurale, avremmo dovuto trovare lo spirito:
quando aspro ( ῾ ) indica l’aspirazione iniziale
quando dolce ( ᾿ ) indica che la parola non ha aspirazione iniziale
Quando iniziano per vocale o dittongo (il susseguirsi di due o più vocali) le parole greche riportano infatti questo piccolo segno che prende il nome di spirito.
Inizia ad educare l’occhio e a familiarizzare con questo segno così piccolo eppure così importante.
Quasi tutte le parole greche riportano sempre un accento (ad eccezione delle enclitiche e delle proclitiche).
L’accento in greco può essere:
- Acuto ( ´ ) : si pone su vocali brevi o lunghe e sul secondo elemento dei dittonghi, ma in tal caso si pronuncia sul primo elemento: καί (leggi kài);
- Grave (` ): sostituisce l’accento acuto nelle sillabe finali di parola;
- Circonflesso ( ῀ ): si pone sempre sulle vocali lunghe e sui dittonghi, mai sulle vocali brevi.