
Studiose di greco e latino
(a cura della Redazione)
Oggi ci dedichiamo alle studiose di greco e latino che hanno praticato la disciplina trovando un riconoscimento pubblico più o meno considerevole.
Una piccola rivendicazione di genere, anche per ringraziare tutte le diverse professoresse che hanno avuto poi l’ingrato compito di guidare tutti noi, studenti di oggi e di ieri, verso la conoscenza delle lingue antiche, con particolare riferimento al greco e al latino.
Non possono essere introdotte “quote rosa” 🙂
Trattasi di un’opportunità, questa, pronta a evidenziare quanto importante sia la connessione tra le persone, gli ambiti, le relazioni.
Ribadiamo che lo studio delle culture antiche non si limita alla filologia o all’archeologia, bensì partecipa di tante altre condizioni come quelle derivanti dallo studio del diritto romano, come nel caso di Eva Cantarella, senza dimenticare quanto importanti siano ai fini didattici le riproduzioni artistiche, come negli scatti di Alison Frantz.
E se è proprio vero, come ricorda il buon Senofane di Colofone, ché tutti abbiamo appreso da Omero, allora il nome di Rosa Calzecchi Onesti dovrebbe suonarci familiare, non trovate?
Bene, ora che abbiamo un poco introdotto queste studiose, è arrivato forse il momento di presentarle così da guadagnare maggiore attenzione nei loro confronti.
Tra le studiose di greco e latino… Rosa Calzecchi Onesti
Vi è mai capitato di leggere qualche passaggio dell’Iliade o dell’Odissea?
Quasi sicuramente, potreste averne letto al tempo delle scuole medie, quando c’era da fare epica, ricordate?
Più il tempo passa, più certi ricordi diventano confusi, iniziano a confondersi: un vero peccato, specie se le cose sono fatte con distrazione laddove sarebbe preferibile arrivarci con dedizione. La stessa dedizione che ha messo Rosa Calzecchi Onesti nelle sue traduzioni in prosa ritmica del poemi omerici, poco più tardi pubblicati da Einaudi.
Persino Cesare Pavese rendeva merito del grande impegno nonché sensibilità unica della traduttrice milanese, venuta a mancare nel 2011, cinque anni prima di poter mettere alle spalle un secolo di vita. Una vita piuttosto serena, marcata dall’importanza della cultura a diversi livelli, dal ramo scientifico di tradizione paterna a una più indipendente e ritrovata spontaneità nelle scienze umane, con particolare riferimento alla variantistica di ambito letterario.
Per gran parte del suo tempo impegnata come docente di greco e latini in molti licei tra Toscana ed Emilia Romagna, le copiose pubblicazioni di Rosa Calzecchi Onesti riguardano sia la sua attività di traduttrice che il suo impegno didattico e la sua militanza cattolica, ma il lavoro che le ha dato maggior fama è la traduzione dell’Iliade, realizzata tra il 1948 e il 1950, in collaborazione con Cesare Pavese.
Pavese, nel suo interesse per antropologia e miti, voleva far pubblicare dall’editore Einaudi, di cui era collaboratore, una traduzione del poema omerico che rendesse il più possibile il sapore del testo originale. Le prove di traduzione della Calzecchi piacquero a Pavese e iniziò così un lavoro che si protrasse per due anni, attraverso una fitta corrispondenza (i due non si incontrarono mai di persona), in cui ogni particolare della traduzione, dal ritmo del verso alla scelta di come tradurre gli epiteti, dalle strutture sintattiche alla disposizione delle parole, viene accuratamente discusso, attraverso una revisione di Pavese sul lavoro della traduttrice e le controproposte della Calzecchi, a cui lo scrittore lasciò sempre la decisione ultima.
Quando Pavese si tolse la vita il lavoro era terminato ed era già iniziata, con lo stesso metodo, la traduzione dell’Odissea.
Fra le altre pubblicazioni della Calzecchi, ci fu la traduzione dell’Eneide, di parecchi anni posteriore, per via di una elaborazione piuttosto travagliata, ma che approdò infine anch’essa alle edizioni Einaudi. Insomma, tra le studiose di greco e latino di tutto rispetto Rosa Calzecchi Onesti ricopre un ruolo di primo piano!
Una fotografa, non italiana, dal background particolare: Alison Frantz
Anche questo nome deve agire da “Carneade, chi era costui?”, ossia sconosciuto ai più se non proprio a tutti voi che state leggendo queste righe; eppure, Alison Frantz rivestì un ruolo decisivo nell’avanzare una più opportuna tradizione iconografica da legare alla rinnovata stagione della partecipazione archeologica ateniese.
Fotografa e storica dell’arte statunitense specializzata in archeologia e storia bizantina, Alison Frantz si recò in Grecia proprio per dedicarsi agli scavi dell’agorà di Atene.
A dire il vero, da un lato divenne la fotografa ufficiale degli scavi e specialista riconosciuta nella fotografia di sculture greche, dall’altro contribuì a migliorare la comprensione e l’apprezzamento per l’arte post-classica con pubblicazioni relative a materiale bizantino e ottomano proveniente dagli scavi dell’Agorà di Atene.
Aveva cominciato a lavorarci nel 1934, come assistente di Lucy Talcott nel dipartimento documentazione.
Sin da piccola era stata affascinata dalla fotografia, vedendo il fratello sviluppare le fotografie nella sua camera oscura, e presto decise di dedicarsi alla fotografia archeologica.
Iniziò così come aiutante di Herman Wagner, il fotografo ufficiale degli scavi e dal 1939 prese il suo posto. Poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, Alison Frantz venne incaricata di fotografare, in soli due giorni, più di seicento tavolette in linguaggio Lineare B, scoperte dal famoso archeologo statunitense Carl Blegen nel palazzo miceneo di Pilo.
Furono queste fotografie che contribuirono alla decifrazione degli scritti in Lineare B da parte di Michael Ventris, giusto per dirne una…
Suo principale contributo nel campo dell’archeologia e della storia dell’agorà ateniese resta proprio quello di aver insistito per un’esplorazione diacronica dei siti archeologici: nel caso degli scavi dell’agorà ateniese, concentrò il suo interesse sulla documentazione e lo studio dei periodi post-classici, in particolare la tarda antichità e l’epoca bizantina, davvero una delle prime studiose a pubblicare dati sulla raccolta bizantina e ottomana di reperti provenienti dall’Agorà di Atene.
Ma non si occupò solo di questo: si diede tantissimo da fare per ripristinare la Chiesa dei Santi Apostoli, l’unico monumento bizantino ancora in piedi nell’agorà ateniese.
Da un lato archeologa, dall’altro fotografa, documentò con i suoi apparecchi 25 anni (1939-64) di scoperte, nell’Agorà di Atene: il suo talento per la fotografia archeologica venne universalmente riconosciuto in tutto il bacino del Mediterraneo, fotografando siti archeologici e specialmente sculture greche.
Resta famosa per le fotografie dei fregi del Partenone e delle sculture del Tempio di Zeus ad Olimpia; il suo archivio di negativi è ancora oggi conservato all’American School of Classical Studies e alla Princeton University.
Chiudiamo diritti sul diritto, che tutti a ricordare le leggi delle XII tavole stanno ma ce ne fosse uno che davvero vada poco più in là delle frasi fatte, di quelle poche cose nemmeno imparate, piuttosto ricordate. Ce ne dà prova proprio Eva Cantarella, una storica, giurista, sociologa e accademica italiana, che si occupa della società antica, a differenza delle altre due figure presentate, ancora in vita.
La poliedrica Eva Cantarella, storica, giurista, sociologa, scrittrice e accademica italiana
Figlia del grecista e bizantinista siciliano Raffaele Cantarella, compie i suoi studi a Milano, presso il locale Ginnasio – Liceo Statale Cesare Beccaria.
Nel 1960 si laurea presso l’Università degli Studi di Milano prima di completare la sua formazione presso Università straniere come a Berkeley e Heidelberg.
Allieva del giurista Giovanni Pugliese, ha svolto attività accademica presso le Università degli Studi di Camerino, Parma e Pavia oltreché all’Università del Texas a Austin e a quella di New York, della quale è stata visiting professor.
Ha pubblicato saggi sul diritto e su aspetti sociali del mondo greco e romano. Dal 1990 al 2010 è stata professoressa ordinaria di istituzioni di Diritto romano e di Diritto greco antico all’Università di Milano.
È stata collocata a riposo, per raggiunti limiti di età, a partire dal 1º novembre 2010. Davvero basterebbe farsi un giro su qualsiasi motore di ricerca dedicato a libri e affini, basterebbe pure il sistema bibliotecario nazionale (SBN), così da evitare il ricorso a motori di ricerca predisposti agli acquisti, per rendersi conto della varietà di interessi, temi e proposte oggetto di riflessione da parte di questa così insigne studiosa italiana.
Vi lasciamo pertanto a un contenuto dedicato, visionabile tramite questo LINK, una scheda sulla sessualità preparata per RaiScuola così da incontrare direttamente questa preziosa ricercatrice, col buon proposito, magari, di presentarsi dal vivo a un suo incontro…
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