Greci senza Olimpiadi invernali
(a cura di Antonio Mastrogiacomo)
Anche le Olimpiadi si mostrano sempre più in forma e, quasi come il festival di Sanremo, riescono a tenere incollate allo schermo migliaia di spettatori che possono seguire le competizioni sportive esclusivamente a distanza, molto lontani dai centri sportivi e più vicini (se non proprio dentro) ai centri scommesse.
Proprio da qualche tempo sono andate spegnendosi le fiaccole olimpiche presso Pechino, dove è stata tenuta l’edizione delle Olimpiadi invernali, la numero XXIV da quando sono condivisi.
Ipotesi: fuoritempomassimo
Se nel fare riferimento alle olimpiadi resta evidente l’emersione di un ricorso storico da imputare alla programmazione di questa competizione ai tempi che furono della Grecia classica, così magici da essere riproposti sovente come alternativa dorata alla contemporaneità, come le stesse gare disputate a Pechino possono confermare (vedi il così massiccio ricorso alla neve artificiale), sarebbe stato “antinaturale” per i Greci organizzare tale formula di competizione stagionale che, come immaginate, poco ha a che fare con la tradizione olimpica celebrata da Filippide in poi.
Tesi: eternociclodeirecord
Ebbene, ancora non festeggiano i cent’anni, le Olimpiadi invernali: la prima edizione di tali giochi si tenne a Chamonix nel 1924, per la partecipazione di oltre 250 atleti in rappresentanza di 16 (sedici) Paesi.
Sulla scorta della grande intuizione di De Coubertin, mettere insieme giochi e nazioni all’insegna della partecipazione pacifica all’agone sportivo significa ancora oggi sfidare il primato di altri sport andatisi affrancando dal primato olimpico (su tutti, il calcio) per celebrare gli sforzi e i sacrifici di migliaia di atleti impegnati strenuamente nell’esercizio fisico, nella competizione sportiva.
La Grecia alle Olimpiadi Invernali
Eppure, come potete immaginare, sono proprio le condizioni del territorio greco a impedire il radicamento delle discipline invernali tra le abitudini sportive di questa popolazione cui si deve il primato dei giochi.
A dirla tutta, ancora sono lontani dalla prima medaglia nonostante il secolo ormai quasi trascorso dalla prima edizione dei giochi. Ebbene, ai Greci sono proprio lontane per costume e intenzioni le prove degne delle olimpiadi invernali, eppure sono tanti gli spettatori ellenici che seguono la manifestazione di stanza a Pechino.
L’augurio sta proprio nell’immaginare come tra gli spettatori del presente si nascondano i campioni del domani così da lasciare anche alla Grecia il sapore della vittoria olimpica…al freddo, così lontano dal mediterraneo.
Un minimo di cognizione, prima di chiudere
Ripercorriamo, attraverso le ricerche condotte dall’istituto treccani, le prime tappe in relazione al radicamento di questa manifestazione olimpica tra i costumi della recente vita quotidiana così da storicizzare meglio quelle che sempre più appaiono in forza quali abitudini culturali:
“L’annuncio dei nuovi Giochi, della neve e del ghiaccio, fu accolto con soddisfazione soltanto da pochi: suscitò qualche entusiasmo solo al Nord, sulle Alpi e nell’America Settentrionale, perché i paesi di neve ‘sfruttata’, o sportivamente usata, erano ancora pochi. […] Le Olimpiadi estive avevano precedenti addirittura di duemila anni, gli sport del freddo erano elitari e senza radici, per lo meno remote. Basti dire che la Federazioni italiana dello sci era appena nata.[…]Erano presenti più di 250 campioni, rappresentativi di 16 nazioni, ma di nessuno veniva diffuso e pubblicizzato il nome, nemmeno degli azzurri, che però furono molto acclamati, perché gli spettatori italiani non erano pochi e i francesi si rivelarono amici. Alla sfilata e al rituale della cerimonia inaugurale il tricolore fu portato con orgoglio da Leonardo Bonzi, abile bobista, il più giovane degli atleti azzurri, peraltro rimasto poi senza un risultato perché il suo bob si ribaltò e non giunse al traguardo. Nei resoconti, un certo spazio fu dato agli sciatori e ai protagonisti del pattinaggio. Era il 25 gennaio, la chiusura avvenne il 5 febbraio. Le discipline furono: sci nordico, pattinaggio, hockey e bob.”
O Tempora, o mores!
Specie se lo rapportiamo al medagliere olimpico azzurro recente, alla strabiliante vittoria nel curling!!!
A dispetto di tutto il furor di telecamere cui siamo abituati, il moderno si lascia ancora condizionare da primitive forme di ritualità, certamente spettacolarizzata anch’essa, pur tuttavia irrinunciabile, come per il caso dell’accensione della torcia olimpica che, nonostante debba stavolta ricongiungersi al freddo e sfidare le basse temperature, parte pur sempre dalla Grecia, a salutare il passato prima di scrivere il futuro.