Dove si studia il latino nel mondo?

Dove si studia il latino nel mondo?

 

La domanda “Dove si studia il latino nel mondo” sembra pleonastica? Assolutamente no.

Certo, il nostro sito è particolarmente di parte: grecoelatino già nell’hosting fa riferimento alla nostra nazione e dunque non sorprende davvero nessuno la garanzia di contenuti in lingua italiana sul nostro portale.
Anzi, anche in accordo al numero di visitatori quotidiani, sembra proprio che l’Italia resti una nazione particolarmente interessata allo studio della lingua latina.

Ecco allora che la domanda/titolo “Dove si studia il latino nel mondo” si riferisce direttamente alla fortuna di questa lingua al di fuori dei nostri confini peninsulari, laddove con tutta evidenza il bel Paese si mostra particolarmente interessato a ricerche di questo ambito caratterizzante per il liceo classico, sempre più a discrezione delle studentesse e studenti iscritti presso altre istituzioni liceali quali ad esempio scientifico e linguistico.

 

In effetti, anche da noi lo studio del latino resta facoltativo presso alcuni istituti che provano a dotarsi di questo insegnamento, interfacciandosi dunque molto vicino con un modello noto anche in altre nazioni europee.
Come “lingua didattica” partecipe anche di elementi di “cultura generale”, non deve sorprendere quindi che anche presso Germania, Francia e Inghilterra in primis, sia disponibile l’insegnamento del latino in alcune scuole superiori che preparano agli studi scientifici e/o classici, esattamente come in Italia – in alcuni di questi casi, è proprio obbligatorio.

 

Resta però che studiare Latino (o Greco) è sempre una scelta personale, non è mai un “obbligo” e nemmeno uno “standard”.
Ci sono mille modi diversi per evitarlo (senza riportare “danni”) sia in Italia che altrove; va comunque ricordato come nella scuola italiana la diffusione dell’insegnamento e il peso attribuito alle lingue classiche restino notevolmente più elevati rispetto a tutti gli altri Paesi europei e agli Stati Uniti.

 

 

I numeri, le percentuali

 

Come in tutte le discipline disponibili “a misurazione”, i numeri parlano chiaro anche per le lingue classiche: dell’intera popolazione della scuola secondaria, oltre un milione, equivalente al 35 % per cento, resta impegnato nello studio del latino.

Il confronto con un altro Paese neolatino come la Francia rivela uno scarto abissale: dal 19 per cento nelle scuole medie si precipita al 3 nelle superiori. Ovvio che la Germania (con il 5-8 per cento) e la Gran Bretagna (con l’1-2 per cento) si collochino molto più in basso.
Così come gli Stati Uniti con l’1,3 per cento.

Evidentemente, questa condizione è favorita dalla presenza del latino nel curriculum di tutti i licei, escluso l’artistico, dal classico allo scientifico, dal linguistico al socio-psico-pedagogico.

 

 

Negli altri Paesi in generale il latino è contemplato solo in alcuni indirizzi di tipo umanistico-letterario

 

Si tratta di un’impostazione dal sapore ancora “gentiliano”, eppure negli altri Paesi, invece, in generale il latino è contemplato solo in alcuni indirizzi di tipo umanistico-letterario.

Certo, questo non nasconde alcuni paradossi: nei licei scientifici l’area letteraria pesa per il 38 per cento, mentre quella strettamente scientifica si attesta attorno al 30.

Insomma, rimane intatto il retaggio dell’impianto classico-umanistico voluto a suo tempo dalla riforma Gentile per la formazione delle nuove classi dirigenti fasciste.

Il fatto è che il latino (ma anche il greco?) non rappresenta più, come un tempo, una garanzia di serietà e di solidità.

Leggi anche “Dove si studia il greco antico nel mondo?“.

Ed è questo il punto. Come si insegna il latino? E come viene studiato?

Al netto della forza dei numeri, andrebbe parimenti ricordato l’elevato numero di allievi che arrivano all’esame di maturità (trascinandoseli dietro dagli anni precedenti) con «debiti» nelle lingue classiche: il 40 per cento circa esercita una sorta di opzionalità clandestina per tutto il corso di studi per arrivare sani e salvi all’esame di maturità senza avere di fatto studiato le lingue classiche.

 

 

Il latino nel mondo: opzione specialistica?

 

Discostandoci dalla tradizione italiana (antica e moderna), l’esempio degli altri Paesi, che in genere mirano a considerare le lingue classiche come una sorta di opzione specialistica, potrebbe insegnare molto. Non tanto per seguirlo pedissequamente, ma almeno per rimettere in discussione vecchie convinzioni. E soprattutto per domandarsi se per caso le scelte strutturali operate decenni fa in funzione di una scuola comunque d’élite siano ancora utili per una scuola che nel frattempo è diventata di massa.

Negli altri Paesi si è dunque provveduto da tempo a riconsiderare quali discipline e competenze debbano ritenersi indispensabili nella scuola dell’obbligo. Per le lingue classiche si è preferito, in genere, riservare l’insegnamento a chi manifesta un autentico e motivato interesse.

In tal modo il latino ha assunto il carattere di materia specialistica in ambito letterario sostituito magari dallo studio, obbligatorio o opzionale, delle lingue straniere.

 

 

@curiosità

 

Papa Giovanni XXIII il 22 febbraio 1962 promulgò solennemente la Costituzione Apostolica “Veterum Sapientia”, preconizzando un “Pontificium Institutum Altioris Latinitatis” poi effettivamente fondato da papa Paolo VI il 22 febbraio 1964. La direzione fu affidata alla Società Salesiana di San Giovanni Bosco, con sede in Piazza Ateneo Salesiano in Roma, sotto la guida del primo rettore Alfons Stickler, il cui scopo specifico è ancora oggi la formazione di docenti in grado di insegnare, con metodologia viva, il latino negli istituti accademici della Chiesa cattolica.

Il latino è ancora oggi lingua ufficiale della Santa Sede, benché lo Stato della Città del Vaticano utilizzi come lingua corrente l’italiano, riservando l’uso del latino ai documenti ufficiali.

Lo stesso sito ufficiale della Città del Vaticano è disponibile in latino, come pure i bancomat presenti sul territorio. L’unico sportello bancomat dello IOR, presente nella Città del Vaticano, ad esempio, ha un menù con la possibilità di scelta tra italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco e latino oltre alla schermata di benvenuto, sempre in latino, che recita Inserito scidulam quaeso ut faciundam cognoscas rationem.

Greco e Latino
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Papa Francesco ha un profilo Twitter in latino con oltre 910 000 seguaci!!!

 

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18 Marzo 2023

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