La lingua greca, brevi cenni storici
Difficilmente a scuola viene raccontata una storia millenaria: quella della lingua greca. Eppure, conoscerne qualche tappa nel percorso tracciato verso il nostro studio quotidiano ci avvicina ad una storia non più accessoria, ma fortemente intrecciata degli stessi elementi che ne hanno permesso conservazione e tradizione.
In prima battuta dobbiamo individuare la lingua greca nel ceppo linguistico indoeuropeo, una determinazione su scala geografica che motiva la complessità linguistica dell’Eurasia irradiandosi dai monti urali per diffondersi nel vecchio continente tutto.
Dobbiamo immaginare gli indoeuropei come tribù nomadi di pastori che, in accordo ai ritmi di una storia dalla lunga durata, si spostavano costretti a migrare verso regioni anche molto lontane; una volta conquistata con la forza la supremazia sui popoli locali, l’ibridazione della lingua originaria con quella delle popolazioni assoggettate porta alla nascita delle lingue appartenenti al ceppo indoeuropeo con le relative differenziazioni: avviene un passaggio fondamentale con la nascita delle lingue storiche così definite perché individuate storicamente attraverso documenti scritti.
L’indoeuropeo al contrario non ha incontrato altra tradizione che quella orale; eppure dal confronto tra lingue storiche secondo una prospettiva comparativa, molte ricerche sono state realizzate per definire i caratteri dell’indoeuropeo giunto fino alle lingue moderne.
Prime testimonianze storiche
Prendendo in considerazione il caso della lingua greca, è opportuno ribadire come le prime testimonianze storiche su questa lingua risalgano al XV a.C. circa, al tempo dell’età micenea, a partire dai ritrovamenti portati alla luce presso l’isola di Creta. In questa isola immersa nel mediterraneo trova la sua culla la civiltà greca: a partire dalla sua singolare ubicazione e meta di qualsiasi viaggio per il mediterraneo, la civiltà dei palazzi realizza il primo momento da considerare nella ricostruzione della storia greca, anche grazie alla feconda produzione grafica.
Infatti, la civiltà minoica (da Minosse, re di Creta) elaborò l’indispensabile strumento del sistema grafico. Tre i tipi di scrittura messi a punto di cui i 2/3 ancora indecifrati. Magari, tra i nostri lettori, si nasconde l’interprete del futuro: chissà 🙂
Oltre alla geroglifica e alla lineare A, è la lineare B ad essere la prima lingua da noi codificata nello studio della cultura greca: decifrata da Micheal Ventris con la collaborazione di John Chadwick nel 1952, si tratta di una lingua dalla struttura sillabica che procede da sinistra verso destra (quale lingua scorre nell’altro verso??). Con la scoperta della lineare B, la storia del popolo greco principia prima che i testi omerici.
La civiltà micenea segue quella minoica
Siamo tra il 1500 e il 1200 a.C. e questa civiltà si irradia da Micene, laddove i Micenei sono proprio quei greci che Omero chiama Achei, popolazione guerriera in grado di sottomettere le isole Cicladi prima, l’asia minore in seguito per insediarsi infine anche a Creta assimilandone civiltà, cultura e arti. In queste condizioni si sviluppa tutta quella tradizione orale che per secoli passerà di generazione in generazione fino alla redazione pisistratea dei testi di Iliade e Odissea cui autore resta un non meglio identificato Omero.
Inizia la parabola della civiltà micenea, ancora oggi motivo di forte attrazione storiografica: avevano una buona organizzazione politica e sociale tale da restare modello anche in seguito alla decadenza cominciata con l’invasione dei Dori, intorno al 1200 a.C. Inizia il cosiddetto medioevo ellenico, al termine del quale fu reintrodotta la scrittura che prendeva stavolta come base l’alfabeto fenicio adattandolo alle caratteristiche della lingua greca. Si fissano appunto i poemi omerici, punto di arrivo di una grande tradizione poetica di forma orale.
Se fino all’età micenea unitaria era stata la base linguistica, con l’invasione dei Dori si verificò una frantumazione idiomatica in tanti dialetti.
Ti lasciamo di seguito alcune immagini così da educarci allo studio non solo verbo visivo ma anche iconografico.