La pita gyros: piatto tipico della Grecia
(a cura di Antonio Mastrogiacomo)
Il cibo da strada è riuscito nel tempo a guadagnare risorse un tempo insperate, rielaborando i consumi di tutti noi.
Pur avendo a nostra disposizione una certa tradizione, che nei fritti troverebbe la sua consacrazione, è pur vero che le infiltrazioni culturali (specie su scala gastronomica) hanno permesso di riadattare le risorse del territorio alla rielaborazione di piatti di ben altre tradizioni.
Le classiche colazioni con insaccati e prodotti caseari, frittate e contorni hanno lasciato spazio a diverse esperienze che, anche circa vent’anni fa, risultavano piuttosto ideali; mangiare abitualmente greco, turco, giapponese, cinese non era alla stessa portata che consumi americani scalati su marca planetaria a logo fast-food.
In questo senso, soprattutto la moda ha agito come linea di fuga in primis, di forza in secundis a rafforzare l’identità di alcune esperienze di ristorazione sulle altre.
La pita gyros, un vero e proprio mix di sapori mediterranei
La nostra attenzione si rivolge, senza troppi giri di parole, a una pietanza in particolare quale la pita gyros, un vero e proprio mix di sapori mediterranei in grado di conquistare senza troppa difficoltà anche noi … magnogreci.
A dire il vero gyros è un piatto in genere a base di carne di maiale, diffuso in Grecia e in Albania (con il nome di sufllaqe) come cibo da strada o spuntino, mentre in osterie e taverne lo si può trovare anche servito nel piatto.
Questa doppia possibilità entusiasma non poco i consumatori che possono, in accordo alle loro disponibilità di tempo e denaro, farsi prendere dall’una e dall’altra soluzione.
A destare subito la nostra curiosità fu la cottura, che avviene su di uno spiedo verticale sul quale vengono infilzate – una sopra l’altra – delle fettine di carne, preventivamente marinate o condite con spezie e aromi.
Tale girarrosto rotea su sé stesso in prossimità di una griglia elettrica (o a gas) portata a conveniente temperatura.
Questa pratica lo avvicina sensibilmente alla cottura del kebab turco, da cui trae origine e conseguentemente alla lunga influenza nei Balcani dell’Impero ottomano.
Ennesima dimostrazione delle trame e intrecci ordinarie e stratificanti di cui l’enogastronomia è solo la punta dell’iceberg, in grado di mettere tutti d’accordo perché la sola in grado al contempo di mettere al tacere!
Una volta divenuto croccante, lo strato esterno viene tagliato in strisce sottili mediante un coltello elettrico per carne.
Infine, lo gyros viene servito sulla pita (gyros pita) o avvolto in essa, con il tzatziki (salsa a base yogurt) e con pomodori, patatine e cipolla a condirlo.
Voi come la prendete, solitamente?