Il celebre Mak Π, la festa delle feste

(a cura di Antonio Mastrogiacomo)

 

Stavolta siamo inciampati su una curiosità (Mak Π), di quelle degne di notevoli serie televisive, ritratti sanguinolenti del profondo disagio relazionale compagno delle nostre giornate, cose tipo SCAM, per intenderci.

Sì, perché non c’è puntata che non faccia da sfondo a una non meglio precisata festa durante la quale succede sempre di tutto, talvolta anche qualcosa di brutto. Ma anche in altre serie televisive di questa specie, targate Netflix (Baby) o meno (Nudes, disponibile Raiplay) la scuola si ritrova sempre coinvolta nella festa, perché non c’è gioia senza amore, né tenerezza nel tuo cuore, per parafrasare il buon Antonello Venditti. Ballo di primavera, concerto di Natale, notte nazionale del liceo classico, la festa di 18 anni, le bombe delle 6 non fanno male (Venditti si è preso i diritti sulla notte prima degli esami in decenni non sospetti), tante sono le occasioni per fare baldoria e mettere alle spalle un disagio tutto scolastico, fatto di insicurezze relazionali e didattiche, spesso mascherate con pose plastiche e atteggiamenti canzonatori.

Ebbene, in verità questa scheda è dedicata alla festa delle feste, il celebre Mak Π, oscuro ai più nella sua lunga durata, partecipe dei più di qualsiasi ordine e grado pur di mettere davanti al carro i buoi delle bischerate. Su ogni locandina che si rispetti, unitamente all’ente organizzatore quasi sempre in mobilità verso più adeguate discoteche, campeggiano nomi degli ospiti e titolo della celebrazione, con quella “Π” quasi sempre pronta a rubare la scena.

Per quale motivo, lo stesso simbolo già giocato in vesta di importanti rapporti matematici, sarebbe così implicato in valori pur sempre mondani e particolarmente prosaici?

Vedete, amiche e amici cari, qui casca l’asino, perché quel simbolo così tanto in uso nelle relazioni scientifiche proprio nulla ha a che vedere con questa celebrazione.

Una cerimonia organizzata in ambito militare cento giorni prima della fine dell’ultimo anno da allievo, sarebbe risoltasi nel più atteso appuntamento di una intera comunità studentesca, pronta a vivere con blanda intensità questo ricorsivo rito di passaggio. Riallacciamo dunque i ponti con la storia, ricordiamo pertanto come la tradizione di festeggiare il Mak Π 100 si presentò per la prima volta presso l’Accademia Militare di Torino quando, con apposito decreto, venne fissata in tre anni la durata dei corsi, durata che in precedenza non era ben definita, ma variava secondo circostanze di diversa natura. Lo stesso decreto stabilì tassativamente il periodo di svolgimento degli esami fino a definire con certezza la data di promozione a Ufficiale.

 

 

Da dove nasce il Mak Π?

 

Durante la lettura del nuovo regolamento agli Allievi dell’Istituto, uno di questi, l’Allievo Emanuele Balbo Bertone di Sambuy, appresa la data di fine corso, esclamò ironicamente in dialetto piemontese, “mac pi tre anni!” (“mancano appena tre anni!”). L’esclamazione suscitò grande ilarità e venne così ripetuta periodicamente riducendo man mano il periodo che mancava alla nomina a Ufficiale.

Particolari festeggiamenti venivano organizzati nelle date corrispondenti a 300, 200 e 100 giorni dalla consegna dei gradi, ma quella più attesa era la data del “mac pi cent”.

Ma come siamo arrivati alla definizione con tanto di simbolo greco?

Pur alternandosi tolleranze e divieti, la tradizione rimase radicata nello spirito goliardico degli Allievi Ufficiali, a tal punto che nel 1863 il “pi” piemontese si trasformò in “Π (p greca)” e la sigla Mak Π 100 fece per la prima volta la sua apparizione fino al trasferirsi nella più ducale Modena, dove ancora è celebrata dagli allievi della scuola carabinieri.

Progressivamente questo rito di passaggio a definire l’uscita dall’istituzione è andato accasandosi presso le istituzioni scolastiche, designando i ricordi e la nostalgia di parecchie generazioni di ragazze e ragazzi di ieri, sempre pronti a onorare quanto fatto a beneficio dell’inconcludenza presente, stando a cosa scrivono in rete: basta fare un po’ di ricerche per rendersi conto si tratti ancora di una delle voci più degne di memoria da parte di ogni studente che abbia voluto onorare l’uscita dai banchi di scuola con il conto alla rovescia dei 100 giorni.

22 Marzo 2023

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