Programma didattico di latino
(Risponde la Redazione)
Programma didattico di latino: “Latino sì, latino no” sta diventando una questione dirimente, davvero si rischia di giocare nuovamente agli apocalittici o integrati, se inserire o meno un programma didattico di latino nella scuola del futuro.
Domanda particolarmente difficile, soprattutto se consideriamo la più ampia platea che si rapporta direttamente allo studio del latino, facendo riferimento al proprio singolare percorso didattico.
Comunque la si voglia interpretare, accostandosi al latino, i giovani dovrebbero ritrovare approfondite e motivate cognizioni già apprese nel triennio della scuola secondaria di primo grado attraverso i riferimenti all’origine latina dell’italiano e anche attraverso la comparazione con la lingua straniera studiata.
L’insegnamento del latino, anzi, già dai primi anni, dovrebbe avere nella scuola superiore, senza soluzione di continuità con la scuola media, il fine non secondario di contribuire a una più approfondita conoscenza linguistica dell’italiano, permettendo agli alunni di notare i momenti significativi dell’evoluzione della lingua materna e della sua sempre maggiore autonomia nei confronti del latino.
E questo a discapito di un eventuale primato del liceo classico quanto a dispute di qualsiasi sorta: per l’avviamento allo studio del latino sarà opportuno chiarire le fondamentali caratteristiche di una lingua iperflessiva come il latino a confronto con l’italiano.
L’accostamento alla declinazione dovrà essere graduale e molto controllato, non solo perché è fenomeno complesso, lontano dalla comune sensibilità linguistica di chi parla italiano, ma anche perché resta sostanzialmente responsabile della struttura della frase latina, sia per l’ordine delle parole, più libero rispetto a quello dell’italiano, sia per la sua maggiore sinteticità.
Naturalmente, anche nel momento dell’apprendimento delle tecniche flessive sarà utile il confronto con le caratteristiche fonetiche, morfologiche, sintattiche dell’italiano e della lingua straniera studiata. E su questo aspetto proviamo a non essere superficiali: lo studio del latino si integra perfettamente con lo studio di altre lingue…vive, già a partire dall’italiano!
Tale confronto diverrà assolutamente indispensabile per quanto concerne il sistema di porre in relazione tra loro i termini di una frase. Potranno essere utili allo scopo materiali opportunamente scelti e organizzati, secondo le teorie più aggiornate (testi, esercizi strutturali attivanti di sostituzione, di trasformazione, di traduzione, esercizi programmati ecc.).
In questo modo gli alunni apprenderanno i meccanismi della lingua e implicitamente (che non è induttivamente) le regole della grammatica.
Nell’organizzazione di questo materiale occorrerà partire da ciò che è di per sé significativo, come sintassi e semantica, per arrivare agli elementi in sé meno significativi, come fonemi e morfemi.
Per la morfologia non si dovrà rinunziare a vere e proprie sistemazioni grammaticali.
In questa fase sarà opportuno, anche per guadagnare tempo e rendere più agevole l’impegno della lettura, a scopo quindi puramente strumentale, ricorrere ai tradizionali schemi delle flessioni nominali e verbali. Andrà tuttavia tenuto presente che l’età dell’adolescenza è meno adatta di quella della preadolescenza a esercitazioni mnemoniche. .
Poiché secondo il programma didattico di latino, tale disciplina dovrà d’ora in poi essere contenuto nell’arco di cinque anni e, tutt’oggi, non sono disposte variazioni d’orario; di solito i docenti tengono come punto di riferimento alla loro azione il contenimento nel biennio dell’insegnamento linguistico di base.
L’importanza dello studio dei classici
Non possiamo infatti dimenticarci che al centro dell’insegnamento del latino dovrà rimanere, come già i programmi prescrivevano, la meditata lettura diretta dei testi. S’intende che attraverso la lettura dei testi l’insegnamento linguistico continua, si perfeziona e si motiva (e ciò avverrà precipuamente nel successivo triennio). Anzi, per certi aspetti, che hanno più di una connessione con lo stile, come quello lessicale semantico e quello sintattico, lo studio della lingua non sembra correttamente attuabile se non attraverso la lettura. Si vuole insomma ricordare che lo studio della grammatica e la lettura degli autori non sono momenti distinti l’uno dall’altro: leggendo non solo si verificano, ma anche si anticipano norme grammaticali.
Per la sintassi, di tanto in tanto e per problemi particolari, potranno essere opportuni approfondimenti e sistemazioni, con analisi organica e coordinata, ma lineare ed essenziale. Particolare attenzione deve essere assegnata alla lettura: come nello studio serio di qualsiasi lingua, gli alunni dovranno essere abituati a leggere espressivamente e ad alta voce.
Questo, che vale per ogni lingua, vale soprattutto per la lingua latina, per la quale la lettura fu sempre fatta ad alta voce e la lectio del maestro fu costantemente la base di ogni insegnamento. Tutto questo lavoro insegnerà gradualmente all’alunno “come si legge un testo” e sarà addestramento importante per l’esercitazione scritta individuale in classe e a casa, rappresentata dalla versione dal latino in italiano. A questa versione, che costituirà l’unica prova scritta per gli esami, saranno affiancate, come strumento didattico, per chiarire forme e costrutti, esercitazioni come frasi e brevi versioni dall’italiano.
Gli argomenti, anno per anno, secondo il programma didattico di latino
I Classe: Morfologia (flessione nominale e pronominale; la coniugazione regolare). Nozioni elementari di sintassi; lettura di passi progressivamente adeguati all’esperienza che gli alunni hanno della lingua.
II Classe: Completamento dello studio della morfologia e sintassi dei casi. Lettura di passi progressivamente adeguati all’esperienza che gli alunni hanno della lingua.
III Classe: Sintassi del verbo ed elementi essenziali della sintassi del periodo. Lettura di un libro o di una scelta adeguata di Cesare. Antologia di Catullo o dei poeti elegiaci, oppure Ovidio (scelta dalle Metamorfosi). Disegno storico della letteratura latina dalle origini alla fine dell’età arcaica, integrato convenientemente dalla lettura di testi in originale o in traduzione italiana.
IV Classe: Virgilio e Orazio antologia delle opere di prosatori latini dell’età romana e cristiana (per es.: Sallustio, Livio, Tacito, i due Plinti, Seneca etc.) opportunamente scelti in armonia con le finalità di questo tipo di liceo. Disegno storico della letteratura latina dall’età di Cesare e Cicerone fino a tutta l’età augustea, integrato convenientemente dalla lettura di testi in originale o in traduzione italiana.
V Classe: Cicerone (buona parte di un libro di un’opera filosofica e di un’orazione delle maggiori oppure una significativa antologia delle epistole più importanti). Lucrezio (buona parte di un libro o una scelta adeguata).Disegno storico della letteratura latina dall’età di Tiberio fino alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, integrato convenientemente dalla lettura di testi in originale o in traduzione italiana.L’insegnante curerà una sintesi della storia della letteratura latina in modo da consentire all’alunno di seguire l’essenziale svolgimento attraverso le varie epoche, con particolare riguardo ai seguenti scrittori: Plauto, Lucrezio, Catullo, Cesare, Cicerone, Sallustio, Varrone, Virgilio, Orazio, Livio, Vitruvio, Ovidio, Petronio, Seneca, Quintiliano, Plinio il Vecchio, Tacito, Apuleio, Tertulliano, S.Agostino.
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