Saper tradurre: dono o esercizio?

Saper tradurre: dono o esercizio?

 

Ricordo uno studente che durante una lezione mi disse che saper tradurre è semplicemente un dono, una capacità “naturale” che hanno solo alcune persone.

Lì per lì mi venne quasi da ridere, considerando come l’essere umano sia davvero abile nel crearsi gli alibi più assurdi pur di non accettare la realtà.

Ero molto giovane, impartivo lezioni private di latino e greco secondo schemi abbastanza rigidi. Solo nel tempo grazie all’esperienza cominciai a padroneggiare le materie con più consapevolezza ed elasticità; i punti di vista differenti, ovvero le prospettive differenti, sono fondamentali nell’insegnamento in quanto presuppongono l’ascolto della voce degli studenti.

Secondo me un insegnante deve preoccuparsi molto se in classe l’atmosfera è sempre silenziosa… Le domande, gli interventi, i dubbi sono il segno di un interesse vivo, alla base dell’apprendimento di qualsiasi materia.

Comunque ritornando al “dono del saper tradurre”, quelle parole (e la faccia del mio studente) riaffioravano nella mia mente come un ricordo “ricorrente”. Mi chiedevo il perché, senza riuscire a darmi risposte soddisfacenti: saper tradurre al massimo può essere un mix di intuito e studio, ma non un dono, scherziamo???

Poi però mi capitarono diversi studenti che riuscivano a prendere la sufficienza a una versione in classe di greco o di latino senza studiare. O meglio, studiavano pochissimo, certo conoscevano le declinazioni di greco e di latino, ma ignoravano la maggior parte delle regole grammaticali. Eppure ce la facevano a superare la prova della traduzione.

 

 

Allora iniziai a guardare secondo una prospettiva differente…

 

Era doveroso riflettere, in quanto era anche interessante guardare secondo una prospettiva differente (come ho scritto prima).

  Molti di questi studenti erano estroversi e non avevano tanti dubbi o incertezze durante il compito scritto: traducevano e se non riuscivano, andavano avanti passando al periodo successivo.

  Avevano fantasia, creatività, e riuscivano quasi sempre a comprendere il senso generale della frase: c’erano errori grammaticali, ma a differenza di tanti altri ragazzi più studiosi, afferravano il senso della frase.

  Alcuni leggevano tanto, avevano una discreta cultura generale: non è detto che il latino e greco piaccia a tutti gli studenti che leggono!

  Quasi tutti erano ragazzi pieni di interessi e hobby.

Dovetti riconoscere che saper tradurre può essere considerato (con cautela!) anche un dono, a patto che l’alunno sappia mettere in campo tutte le sue capacità, abilità, interessi, conoscenze interdisciplinari etc etc per sopperire alle sue lacune grammaticali.

 

 

Saper tradurre… e tu?

 

Ora ti faccio una domanda…
Secondo te, se gli studenti svogliati e poco studiosi si appassionassero al greco e al latino e iniziassero a esercitarsi quotidianamente, cosa accadrebbe al loro rendimento scolastico?

Può sembrare una domanda banale, ma non lo è.

OGNI ALUNNO ha delle potenzialità enormi.

 

Greco e Latino
Greco e Latino
Il greco e il latino vanno esplorati, conosciuti, interpretati… e praticati!

 

consiglio lampadinaTi consiglio di leggere “Come fare la costruzione mentre traduciamo una versione di greco o latino

13 Marzo 2023

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