Guida pratica agli usi di ἄν
Breve riflessione prima di affrontare i valori di ἄν.
Dubbi, interrogativi, soluzioni. Ogni volta la versione di greco agita diverse disposizioni nello studente pronto a trasformare quell’enigma cifrato in lingua italiana, ogni volta stessa domanda per tante diverse soluzioni.
A ben vedere, ci sono momenti in cui la nostra capacità di previsione crolla clamorosamente, quando ci troviamo di fronte quei costrutti che avremmo dovuto studiare meglio, invece abbiamo lasciato passare il treno dunque ci confrontiamo con loro solo al momento pratico della traduzione, quando tutto può andare perduto – specie se si tratta del compito in classe…
Per non lasciarti naufragare in questo moto ondoso, sulla scorta del successo che avete regalato alla nostra scheda sui diversi valori di ὡς abbiamo pensato di replicare con una scheda interamente dedicata agli usi di ἄν.
In verità l’argomento meriterebbe di essere ripercorso in diverse tappe, ognuna all’ombra di una lezione dedicata ai modi del verbo, che in greco sappiamo essere meno decisivi dei tempi.
Procediamo dunque per la strada tracciata: i valori di ἄν.
Piccola introduzione sulla particella ἄν
Si tratta di una particella molto usata in greco, senza pari corrispondenza in italiano: ecco perché è così difficile tradurla, perché esprime una sfumatura verbale propria della lingua greca.
Eppure dobbiamo tradurla in italiano, in qualche modo si farà.
Per farla semplice, diciamo che denota il legame d’una proposizione in qualche modo condizionata con quella che la fa essere tale.
Per la resa in italiano facciamo riferimento al verbo “potere” seguito dall’infinito, ma si può anche scegliere di non renderla affatto in italiano oppure preferire al verbo “potere” altri verbi come ad esempio “volere” o “dovere”.
Come spesso ripetiamo, dipende tutto dal contesto.
Valori di ἄν
Proviamo a sintetizzare il più possibile gli usi di questa “multiforme” particella così da fornirti uno strumento didatticamente pratico.
Iniziamo col distinguere 3 valori di ἄν:
1) possibilità, con l’ottativo potenziale: in questo caso si traduce col condizionale (presente), oppure con gli altri verbi indicati quali dovrei, vorrei + infinito;
2) irrealtà, con l’indicativo dei tempi storici: si traduce col condizionale presente
3) eventualità, con il congiuntivo: si traduce omettendo il verbo al congiuntivo.
Come comportarci con le proposizioni dipendenti?
1) con il congiuntivo (all’interno di proposizioni relative, interrogative indirette, temporali, finali): conferisce loro sfumatura di eventualità o iteratività
2) con l’ottativo o tempi storici dell’indicativo ha gli stessi valori delle proposizioni indipendenti
3) con infinito e participio ha gli stessi valori che con ottativo e indicativo
Qualora incontrassi delle difficoltà, puoi scriverci e non dimenticare che, accedendo gratuitamente al sito, avrai a disposizione molti materiali aggiuntivi dedicati a chi vuole confrontarsi didatticamente col nostro portale, non solo per saccheggiare traduzioni alla stregua di un google translate del mondo antico!