Il verbo latino… a piccoli passi!
Partiamo col ricordare che, a differenza dell’italiano, il verbo latino ha quattro coniugazioni, riconoscibili dalla terminazione dell’infinito presente attivo:
[attivo] I coniugazione: ĀRE ; II coniugazione: ĒRE; III coniugazione: ĔRE Ĕ (Ŏ, Ĭ); IV coniugazione: ĪRE
[passivo] I coniugazione: ĀRI ; II coniugazione: ĒRI; III coniugazione: I ); IV coniugazione: ĪRI
Così, giusto per cominciare.
Detto questo, non lasciarti sfuggire l’importanza del paradigma ai fini della ricerca sui diversi dizionari a disposizione. Ebbene, possono essere anche diversi tra loro, chi più “approfondito”, chi più “superficiale”, eppure non c’è dizionario che non rispetti tale regola.
Verbo latino: c’è modo e modo
Passiamo un attimo ai modi del verbo latino: come si suol dire, c’è modo e modo, dunque sarà imprescindibile ripartire da questa indicazione per guadagnare la dovuta sensibilità a riguardo.
Il modo di un verbo definisce la modalità dell’azione, specificando se si tratta di un’azione reale (modo indicativo), possibile o desiderata (modo congiuntivo), imposta (modo imperativo).
I modi possono essere di due tipi: finiti e infiniti.
I modi finiti sono determinati (“finiti”, appunto) dal numero e dalla persona: indicativo, congiuntivo e imperativo.
I modi infiniti sono indeterminati quanto al numero e alla persona.
Sono detti anche “nomi verbali”, dal momento che hanno origine nominale: infinito, participio, gerundio, gerundivo e supino. [da libro di testo: Verbi latini. Manuale pratico per l’uso, a cura di Alessandra Zoffoli, p. 16].
Ci confrontiamo con una prima, sostanziale differenza rispetto al modello di coniugazione del verbo greco, laddove era il tempo a restituire la chiave di volta di ogni flessione verbale; con il latino, ci avviciniamo a un modello particolarmente consueto, tanto vicino all’italiano.
O tempora, o …mores!
Risulteremmo particolarmente pedanti se ricordassimo proprio a questo punto il singolo valore di ogni tempo verbale, il motivo per cui si usa il presente in determinate circostanze, sebbene sia tutto traslato al passato, cose di questa specie. No, non è né il momento né il luogo, perché immaginiamo preferiate delle bellissime tabelle con il riferimento opportuno delle desinenze giuste da imparare, verosimilmente, il prima possibile.
Evidentemente, proprio a partire dalle tabelle disponibili, noterete come ogni modo abbia i suoi tempi, ed è opportuno non rimandare la conoscenza di questi aspetti, specie in corrispondenza di costrutti che saranno per voi elementi di vita quotidiana quali, tra gli altri, il cum + congiuntivo.
Dunque, a titolo scolastico ecco il tabellone verbale a partire dal…
MODO INDICATIVO del verbo latino
Presente
Per formare il presente indicativo attivo si prende il tema del presente (1° voce del paradigma), si toglie la vocale “o” e si aggiungono le desinenze personali.
La prima persona singolare fa eccezione: nella prima e nella terza coniugazione sostituisce con una -o la vocale tematica e la -m; nella seconda e nella quarta solo la -m con la -o. La terza coniugazione cambia il tema e utilizza una “i” al posto della “e”.
1ª coniugazione | 2ª coniugazione | 3ª coniugazione | 4ª coniugazione |
laud-ō | mon-ěō | leg-ō | aud-ĭō |
laud-ăs | mon-ĕs | leg-ĭs | aud-is |
laud-ăt | mon-ĕt | leg-ĭt | aud-it |
laud-āmus | mon-ēmus | leg-ĭmus | aud-īmus |
laud-ātis | mon-ētis | leg-ĭtis | aud-ītis |
laud-ant | mon-ent | leg-unt | aud-ĭunt |
Stessa cosa per il passivo, con la sola differenza delle desinenze personali.
La prima persona singolare aggiunge -or e non -r.
1ª coniugazione | 2ª coniugazione | 3ª coniugazione | 4ª coniugazione |
laud-or | mon-eor | leg-or | aud-ior |
laud-aris | mon-eris | leg-eris | aud-iris |
laud-atur | mon-etur | leg-itur | aud-itur |
laud-amur | mon-emur | leg-imur | aud-imur |
laud-amini | mon-emini | leg-imini | aud-imini |
laud-antur | mon-entur | leg-untur | aud-iuntur |
Imperfetto
Per quanto riguarda l’imperfetto, dopo il tema del presente si inserisce la vocale tematica, il suffisso “ba” e la desinenza personale. La quarta coniugazione utilizza a mo’ di tema il dittongo “ie”. Questo, assieme all’allungamento della e di legebam per analogia con la seconda coniugazione. La vocale “a” in latino identifica il passato (in effetti anche “eram”, imperfetto di sum ha una “a”), la “b” fu aggiunta per evitare confusioni con la prima persona plurale dell’indicativo presente attivo (si avrebbe avuto ama-a-mus che sarebbe diventato amāmus e quindi amavamo uguale ad amiamo).
1ª coniugazione | 2ª coniugazione | 3ª coniugazione | 4ª coniugazione |
laud-ābam | mon-ēbam | leg-ēbam | aud-iēbam |
laud-ābas | mon-ēbas | leg-ēbas | aud-iēbas |
laud-ābat | mon-ēbat | leg-ēbat | aud-iēbat |
laud-abāmus | mon-ebāmus | leg-ebāmus | aud-iebāmus |
laud-abātis | mon-ebātis | leg-ebātis | aud-iebātis |
laud-ābant | mon-ēbant | leg-ēbant | aud-iēbant |
Così per il passivo (si cambiano come sempre le desinenze personali)
1ª coniugazione | 2ª coniugazione | 3ª coniugazione | 4ª coniugazione |
laud-ābar | mon-ēbar | leg-ēbar | aud-iēbar |
laud-abāris (-are) | mon-ebāris (-are) | leg-ebāris (-are) | aud-iebāris (-are) |
laud-abātur | mon-ebātur | leg-ebātur | aud-iebātur |
laud-abāmur | mon-ebāmur | leg-ebāmur | aud-iebāmur |
laud-abamĭni | mon-ebamĭni | leg-ebamĭni | aud-iebamĭni |
laud-abāntur | mon-ebāntur | leg-ebāntur | aud-iebāntur |
Futuro Semplice
Il futuro semplice attivo presenta delle differenze tra le prime due coniugazioni e le altre.
Infatti nelle prime la desinenza è formata dal tema, il suffisso “bi” e la desinenza personale (eccezion fatta per la prima singolare che va in -abo ed -ebo e per la terza plurale, che fa -abunt/-ebunt).
Per quanto riguarda la terza, la prima singolare esce in -am, le altre persone in e + la desinenza personale.
La quarta aggiunge una “i” davanti alle uscite della terza.
Nell’antico indoeuropeo, non esisteva una vera forma per il futuro, ma si usava il congiuntivo.
Nel latino arcaico le due forme, del congiuntivo presente e del futuro semplice si stavano separando, con forme in -am, -as… per il congiuntivo e in -am, -es per il futuro. Si spiegano così le desinenze della terza e della quarta coniugazione, i suffissi in -bo- delle prime due hanno un’origine oscura, ma molti glottologi sono ormai concordi nell’affermare che sia l’evoluzione di una forma perifrastica: si partirebbe da “laudare bhuo”, cioè “io sia (sarei/sarò) nel lodare”. “Bhuo” sarebbe un antico congiuntivo di sum, il cui congiuntivo attivo nel periodo classico è, infatti, “sim”, residuo non di un congiuntivo proprio, bensì di un ottativo, scomparso in latino ma attivo in molte lingue indoeuropee. “Bh” ha dato vita, per esempio, al tema del perfetto “-fu-“, bhui>fui. Ad ogni modo, “laudare bhuo” si sarebbe evoluto in “laudabo”. Rimane poi un’antica forma di futuro in -so, come capso o faxo (da capio e facio) (vedere il greco λύσω) rapidamente scomparsa ma che si può trovare negli autori più antichi.
1ª coniugazione | 2ª coniugazione | 3ª coniugazione | 4ª coniugazione |
laud-ābo | mon-ēbo | leg-am | aud-ĭam |
laud-ābis | mon-ēbis | leg-es | aud-ĭes |
laud-ābit | mon-ēbit | leg-et | aud-ĭet |
laud-abĭmus | mon-ebĭmus | leg-ēmus | aud-ĭemus |
laud-abĭtis | mon-ebĭtis | leg-ētis | aud-ĭetis |
laud-ābunt | mon-ēbunt | leg-ent | aud-ĭent |
Per quanto riguarda il passivo, si ha tema + vocale tematica + bi + desinenza personale nelle prime due coniugazioni, tema + e/ie + desinenza per le altre. Ma:
- la prima persona singolare di prima e seconda coniugazione fanno -or anziché -r;
- la seconda persona singolare di prima e seconda coniugazione sostituisce abi/ebi con abĕ/ebĕ.
- la prima persona singolare di terza e quarta coniugazione fa-ar/-iar al posto di er/ier.
- la terza persona plurale di prima e seconda coniugazione fa abu/ebu anziché abi/ebi
1ª coniugazione | 2ª coniugazione | 3ª coniugazione | 4ª coniugazione |
laud-ābor | mon-ēbor | leg-ar | aud-ĭar |
laud-abĕris | mon-ebĕris | leg-ēris | aud-iēris |
laud-abĭtur | mon-ebĭtur | leg-ētur | aud-iētur |
laud-abĭmur | mon-ebĭmur | leg-ēmur | aud-iēmur |
laud-abimĭni | mon-ebimĭni | leg-emĭni | aud-iemĭni |
laud-abūntur | mon-ebūntur | leg-ēntur | aud-iēntur |
Perfetto
Il perfetto latino ha un suo tema (la terza voce del paradigma) e delle sue desinenze particolari.
Corrisponde al Passato prossimo, Passato remoto, Trapassato remoto italiano.
Per formare quello attivo si prende il tema del perfetto, si toglie la i finale e si aggiungono queste desinenze:
Desinenze | Esempio |
-i | laudav-i |
-īstī | laudav-isti |
-it | laudav-it |
-ĭmus | laudav-imus |
-īstis | laudav-istis |
-ērunt | laudav-erunt |
Il passivo, invece, si comporta in maniera diversa nei tempi composti: aggiunge al participio perfetto del verbo, che si forma togliendo dal tema del supino -um e aggiungendo le desinenze di un aggettivo della I classe (-us,-a,-um), il verbo sum a un tempo particolare: per il perfetto sarà il presente.
Maschile | Femminile | Neutro |
laudātus sum | laudata sum | laudatum sum |
laudātus es | laudata es | laudatum es |
laudātus est | laudata est | laudatum est |
laudāti sumus | laudatae sumus | laudata sumus |
laudāti estis | laudatae estis | laudata estis |
laudāti sunt | laudatae sunt | laudata sunt |
Ovviamente, quando le persone sono plurali, anche il participio perfetto viene declinato.
Piuccheperfetto
Dal tema del perfetto deriva anche il piuccheperfetto; corrisponde al Trapassato prossimo italiano.
Per formarlo si aggiunge al tema del perfetto l’imperfetto del verbo sum (che è irregolare).
Si avrà quindi:
Desinenze | Esempio |
-eram | laudav-eram |
-eras | laudav-eras |
-erat | laudav-erat |
-eramus | laudav-eramus |
-eratis | laudav-eratis |
-ērant | laudav-erant |
Per il passivo, si aggiunge al participio perfetto l’imperfetto di sum:
Maschile | Femminile | Neutro |
laudātus eram | laudata eram | laudatum eram |
laudātus eras | laudata eras | laudatum eras |
laudātus erat | laudata erat | laudatum erat |
laudāti eramus | laudatae eramus | laudata eramus |
laudāti eratis | laudatae eratis | laudata eratis |
laudāti erant | laudatae erant | laudata erant |
Futuro Anteriore
Al posto dell’imperfetto è utilizzato il futuro semplice di sum, con laudav-erint usato al posto di laudav-erunt.
Desinenze | Esempio |
-ero | laudav-ero |
-eris | laudav-eris |
-erit | laudav-erit |
-erimus | laudav-erimus |
-eritis | laudav-eritis |
-ērint | laudav-erint |
Come per il piuccheperfetto si coniuga il futuro anteriore passivo, posponendo al participio perfetto il futuro semplice di sum:
Maschile | Femminile | Neutro |
laudātus ero | laudata ero | laudatum ero |
laudātus eris | laudata eris | laudatum eris |
laudātus erit | laudata erit | laudatum erit |
laudāti erimus | laudatae erimus | laudata erimus |
laudāti eritis | laudatae eritis | laudata eritis |
laudāti erunt | laudatae erunt | laudata erunt |
Verbo latino: ora tocca al congiuntivo
Il modo congiuntivo denota un cambiamento della vocale tematica dei verbi: per la prima coniugazione il tema diventa “e”, per la seconda le due vocali “e”a (che non formano dittongo), “a” per la terza e il dittongo “ia” per la quarta.
PRESENTE congiuntivo
Per ricordare più facilmente le vocali tematiche del congiuntivo presente, si può fare ricorso a una formuletta: “Enea va via” ,che contiene in sequenza le vocali tematiche di tutte e quattro le coniugazioni -e- per la prima, -ea- per la seconda -a- per la terza ed -ia- per la quarta.
1ª coniugazione | 2ª coniugazione | 3ª coniugazione | 4ª coniugazione |
laud-em | mon-eam | leg-am | aud-iām |
laud-es | mon-eas | leg-as | aud-iās |
laud-et | mon-eat | leg-at | aud-iāt |
laud-ēmus | mon-eāmus | leg-āmus | aud-iāmus |
laud-ētis | mon-eātis | leg-ātis | aud-iātis |
laud-ent | mon-eant | leg-ant | aud-iant |
Il passivo è uguale all’attivo, con la sola differenza delle desinenze personali.
1ª coniugazione | 2ª coniugazione | 3ª coniugazione | 4ª coniugazione |
laud-er | mon-ear | leg-ar | aud-iar |
laud-ēris | mon-eāris | leg-āris | aud-iāris |
laud-ētur | mon-eātur | leg-ātur | aud-iātur |
laud-ēmur | mon-eāmur | leg-āmur | aud-iāmur |
laud-emĭni | mon-eamĭni | leg-amĭni | aud-iamĭni |
laud-ēntur | mon-eāntur | leg-āntur | aud-iāntur |
IMPERFETTO congiuntivo
1ª coniugazione | 2ª coniugazione | 3ª coniugazione | 4ª coniugazione |
lauda-rem | mone-rem | lege-rem | audi-rem |
lauda-res | mone-res | lege-res | audi-res |
lauda-ret | mone-ret | lege-ret | audi-ret |
lauda-remus | mone-remus | lege-remus | audi-remus |
lauda-retis | mone-retis | lege-retis | audi-retis |
lauda-rent | mone-rent | lege-rent | audi-rent |
lo stesso per il passivo (al solito cambiano le desinenze)
1ª coniugazione | 2ª coniugazione | 3ª coniugazione | 4ª coniugazione |
lauda-rer | mone-rer | lege-rer | audi-rer |
lauda-reris | mone-reris | lege-reris | audi-reris |
lauda-retur | mone-retur | lege-retur | audi-retur |
lauda-remur | mone-remur | lege-remur | audi-remur |
lauda-remini | mone-remini | lege-remini | audi-remini |
lauda-rentur | mone-rentur | lege-rentur | audi-rentur |
PERFETTO congiuntivo
Il perfetto congiuntivo si forma aggiungendo al tema del perfetto -er-, una -i- (tipica dell’antico ottativo) e le desinenze personali:
laudav-erim |
laudav-eris |
laudav-erit |
laudav-erimus |
laudav-eritis |
laudav-erint |
Il passivo aggiunge al participio perfetto il congiuntivo presente di sum.
Maschile | Femminile | Neutro |
laudātus sim | laudata sim | laudatum sim |
laudatus sis | laudata sis | laudatum sis |
laudatus sit | laudata sit | laudatum sit |
laudāti simus | laudatae simus | laudata simus |
laudati sitis | laudatae sitis | laudata sitis |
laudati sint | laudatae sint | laudata sint |
PIUCCHEPERFETTO congiuntivo
Per il piuccheperfetto congiuntivo invece si prende l’infinito perfetto del verbo (cioè il tema del perfetto seguito da-isse) seguito dalle desinenze personali:
laudav-issem |
laudav-isses |
laudav-isset |
laudav-issemus |
laudav-issetis |
laudav-issent |
e, al passivo, il participio perfetto con l’imperfetto congiuntivo di sum:
Maschile | Femminile | Neutro |
laudātus essem | laudata essem | laudatum essem |
laudatus esses | laudata esses | laudatum esses |
laudatus esset | laudata esset | laudatum esset |
laudāti essemus | laudatae essemus | laudata essemus |
laudati essetis | laudatae essetis | laudata essetis |
laudati essent | laudatae essent | laudata essent |
…chiudiamo con l’imperativo
L’imperativo latino, ha, a differenza dell’italiano, oltre ad un tempo presente anche uno futuro; le sue forme sono tutte derivate dal tema del presente, ma le desinenze sono proprie. Per il presente, esistono soltanto la seconda persona singolare e plurale, mentre per il futuro esistono uscite sia per le seconde persone che per le terze.
PRESENTE imperativo
Attivo
Si forma con il tema del presente seguito dalla vocale tematica “e” desinenze zero per la seconda singolare, il plurale si forma aggiungendo semplicemente “te” al presente, ma la vocale tematica della terza coniugazione passa da “e” a “i“.
Persona | 1ª coniugazione | 2ª coniugazione | 3ª coniugazione | 4ª coniugazione |
2° sing. | laud-a | mon-e | leg-e | aud-i |
2° plur. | laud-ate | mon-ete | leg-ite | aud-ite |
passivo
Persona | 1ª coniugazione | 2ª coniugazione | 3ª coniugazione | 4ª coniugazione |
2° sing. | laud-are | mon-ere | leg-ere | aud-ire |
2° plur. | laud-amini | mon-emini | leg-imini | aud-imini |
FUTURO imperativo
L’imperativo futuro non esiste in italiano, e in latino ha anche le terze persone.
Attivo
L’imperativo futuro attivo si forma aggiungendo una particella “to” alla forma presente. Il “to” viene posposto alla vocale tematica, che per la terza coniugazione diventa “i” alla seconda e terza singolare. La terza plurale si forma aggiungendo alla forma presente una “n” e “to”, ma per la terza e la quarta coniugazione la vocale tematica diventa, rispettivamente, “u” e “iu”.
Persona | 1ª coniugazione | 2ª coniugazione | 3ª coniugazione | 4ª coniugazione |
2° sing. | laud-āto | mon-eto | leg-ito | aud-ito |
3° sing. | laud-āto | mon-eto | leg-ito | aud-ito |
2° plur. | laud-atote | mon-etote | leg-itote | aud-itote |
3° plur. | laud-anto | mon-ento | leg-unto | aud-iunto |
Passivo
La forma passiva dell’imperativo futuro è usata pochissimo e si forma semplicemente aggiungendo una “r” alle voci attive.
Secondo rarissime testimonianze letterarie, in particolare inerenti al linguaggio sacrale, e come riportato nel trattato di grammatica antica De Verbo, esisterebbe una forma di seconda persona plurale, formata aggiungendo il suffisso minor alle forme dell’imperativo futuro attivo in tote, dopo aver rimosso questo suffisso: amaminor, moneminor, audiminor, legiminor.
Persona | 1ª coniugazione | 2ª coniugazione | 3ª coniugazione | 4ª coniugazione |
2° sing. | laud-ātor | mon-etor | leg-itor | aud-itor |
3° sing. | laud-ātor | mon-etor | leg-itor | aud-itor |
2° plur. | laud-aminor | mon-eminor | leg-iminor | aud-iminor |
3° plur. | laud-antor | mon-entor | leg-untor | aud-iuntor |
Prima di salutare i modi finiti, dobbiamo un attimino regolare i conti con alcuni verbi che si riferiscono parimenti a queste coniugazioni pur non rispettandole interamente, in quanto si tratta dei verbi deponenti e semideponenti.
Ebbene, trattandosi di verbi dalla coniugazione passiva e dal significato attivo, basterà riferirti alla flessione del passivo, ecco. Per eventuali dubbi, non indugiare, fai riferimento ad una scheda già pronta all’uso e meglio indicizzata, disponibile a questo link.
Passiamo velocemente ai modi non finiti (indefiniti) del verbo latino:
PARTICIPIO
In latino il participio ha tre tempi: presente, perfetto e, a differenza dell’italiano, anche il futuro.
Presente
Di significato uguale all’italiano, si forma aggiungendo al tema del presente le desinenze:
- -ans,-antis per la prima coniugazione;
- -ens,-entis per la seconda e la terza;
- -iens, -ientis per la quarta.
Si declina poi come un nome del terzo gruppo della terza declinazione.
ATTENZIONE: l’ablativo singolare esce in “e” quando il participio è usato come sostantivo, in “i” quando aggettivo.
Caso | Singolare | Plurale maschile o femminile | Plurale neutro |
Nominativo | laud-ans | laud-antes | laud-antia |
Genitivo | laud-antis | laud-antium | laud-antium |
Dativo | laud-anti | laud-antibus | laud-antibus |
Accusativo | laud-antem | laud-antes | laud-antia |
Vocativo | laud-ans | laud-antes | laud-antia |
Ablativo | laud-anti/e | laud-antibus | laud-antibus |
Perfetto
Il participio perfetto, oltre ad avere un significato proprio identico al participio passato italiano, come nella nostra lingua è importante per formare i tempi composti della forma passiva.
Come già detto in precedenza, si forma posponendo al tema del supino (4° voce del paradigma), le desinenze di un aggettivo della prima classe.
Sarà quindi:
Caso | Masc. sing. | Femm. sing. | Neutro sing. | Masc. plur. | Femm. plur. | Neutro plur. |
Nominativo | Laudat-us | Laudat-a | Laudat-um | Laudat-i | Laudat-ae | Laudat-a |
Genitivo | Laudat-i | Laudat-ae | Laudat-i | Laudat-orum | Laudat-arum | Laudat-orum |
Dativo | Laudat-o | Laudat-ae | Laudat-o | Laudat-is | Laudat-is | Laudat-is |
Accusativo | Laudat-um | Laudat-am | Laudat-um | Laudat-os | Laudat-as | Laudat-a |
Vocativo | Laudat-e | Laudat-a | Laudat-um | Laudat-i | Laudat-ae | Laudat-a |
Ablativo | Laudat-o | Laudat-a | Laudat-o | Laudat-is | Laudat-is | Laudat-is |
Futuro
Il participio futuro non esiste più in italiano: può essere tradotto tramite una perifrasi del tipo che + il verbo al futuro semplice (laudaturus sarà che loderà).
Questa forma rimane però in alcune parole italiane che terminano in -uro, come nascituro (che nascerà) o futuro (futurus è il participio futuro di sum e quindi che sarà).
Per formarlo si aggiunge al tema del supino il suffisso -ur- e le desinenze di un aggettivo della prima classe.
Caso | Masc. sing. | Femm. sing. | Neutro sing. | Masc. plur. | Femm. plur. | Neutro plur. |
Nominativo | Laudat-urus | Laudat-ura | Laudat-urum | Laudat-uri | Laudat-urae | Laudat-ura |
Genitivo | Laudat-uri | Laudat-urae | Laudat-uri | Laudat-urorum | Laudat-urarum | Laudat-urorum |
Dativo | Laudat-uro | Laudat-urae | Laudat-uro | Laudat-uris | Laudat-uris | Laudat-uris |
Accusativo | Laudat-urum | Laudat-uram | Laudat-urum | Laudat-uros | Laudat-uras | Laudat-ura |
Vocativo | Laudat-ure | Laudat-ura | Laudat-urum | Laudat-uri | Laudat-urae | Laudat-ura |
Ablativo | Laudat-uro | Laudat-ura | Laudat-uro | Laudat-uris | Laudat-uris | Laudat-uris |
SUPINO
Il supino è un nome verbale della quarta declinazione, 4° voce del paradigma di ogni verbo, che però presenta solo due casi:
- Il supino attivo, o accusativo con desinenza -um (per esempio laudat-um)
- Il supino passivo, o ablativo con desinenza -u (laudat-u). Si forma sostituendo la -um del tema del supino con una -u
Il supino attivo ha un valore di direzione o fine di un movimento (è a tutti gli effetti un accusativo).
Si trova quindi nelle proposizioni che contengono verbi di moto con funzione finale e va quindi tradotto con una proposizione finale implicita:
«La madre andò a Roma per lodare/a lodare la fanciulla.» «Mater ivit Romam laudatum puellam»
Il supino passivo ha una funzione di ablativo di limitazione usato spesso in relazione ad aggettivi come facilis, difficilis, horribilis: facilis dictu – facile a dirs
Ed ora tocca Gerundio e Gerundivo
Gerundio
Il gerundio è la declinazione dell’infinito presente utilizzato come verbo sostantivato.
Questa declinazione ha cinque casi, ma il nominativo è l’infinito presente stesso. Le desinenze sono quelle di un nome della seconda declinazione con radice il tema del presente, ma prima di queste si aggiunge la vocale tematica (“a” per la prima, “e” per la seconda e “i” terza, “ie” per la quarta) il suffisso nd.
Sarà quindi:
Caso | In latino | In italiano |
Nom. | laud-are | lodare |
Gen. | laud-andi | di lodare |
Dat. | laud-ando | a lodare |
Acc. | (ad) laud-andum | per lodare |
Abl. | laud-ando | per lodare |
Come si evince dalla tabella, solo il gerundio ablativo corrisponde al gerundio italiano in quanto rende il complemento di tempo assoluto e andrebbe tradotto nel lodare e cioè lodando. Il gerundio accusativo, utilizzato per le proposizioni finali, è quasi sempre accompagnato dalla preposizione ad, anche se molte volte non si ricorre per le finali al gerundio ma al gerundivo.
Il gerundio può essere accompagnato da un oggetto diretto solo nei casi genitivo o ablativo senza preposizione; negli altri casi (dativo, accusativo e ablativo con preposizione) si utilizza di norma il gerundivo.
Anche nei due casi in cui si può utilizzare il gerundio, si preferisce l’uso del gerundivo, eccetto quando l’oggetto è rappresentato da un pronome neutro.
L’infinito declinato che dipende da un verbo non si traduce con il gerundio: infatti nella frase Decisi di venire, non si esprime una declinazione dell’infinito, ma una subordinata oggettiva.
Gerundivo
Il gerundivo è un aggettivo verbale di sola forma passiva che indica necessità e bisogno.
Si forma aggiungendo al tema del presente i suffissi:
- -and- per la prima coniugazione;
- -end- per la seconda e la terza;
- -iend per la quarta
e le uscite di un aggettivo della prima classe (-us, -a, -um)
Caso | Masc. sing. | Masc. plur. | Femm. sing. | Femm. plur. | Neutro sing. | Neutro plur. |
Nom. | laud-andus | laud-andi | laud-anda | laud-andae | laud-andum | laud-anda |
Gen. | laud-andi | laud-andorum | laud-andae | laud-andarum | laud-andi | laud-andorum |
Dat. | laud-ando | laud-andis | laud-andae | laud-andis | laud-ando | laud-andis |
Acc. | laud-andum | laud-andos | laud-andam | laud-andas | laud-andum | laud-anda |
Voc. | laud-ande | laud-andi | laud-anda | laud-andae | laud-andum | laud-anda |
Abl. | laud-ando | laud-andis | laud-anda | laud-andis | laud-ando | laud-andis |
Ed infine l’infinito
Il modo infinito ha tre tempi: presente, perfetto e futuro.
Quest’ultimo si può tradurre in italiano con una perifrasi del tipo essere per/stare per + l’infinito presente del verbo.
Presente
Il presente si forma aggiungendo al tema del presente:
- -are per la prima coniugazione;
- -ēre per la seconda;
- -ĕre per la terza;
- -ire per la quarta.
Il passivo invece aggiunge queste desinenze:
- -ari per la prima coniugazione;
- -ēri per la seconda;
- -i per la terza;
- -iri per la quarta.
Forma | 1ª coniugazione | 2ª coniugazione | 3ª coniugazione | 4ª coniugazione |
Attiva | laud-are | mon-ēre | leg-ĕre | aud-ire |
Passiva | laud-ari | mon-ēri | leg-i | aud-iri |
Perfetto
L’infinito perfetto invece aggiunge al tema del perfetto la desinenza isse, formata dal tipico -is- dei tempi del sistema del perfectum e dal -se dell’infinito presente.
Si avrà quindi, per esempio, laudav-isse.
Il passivo aggiunge al participio perfetto l’infinito presente di sum (esse)
Numero | Maschile | Femminile | Neutro |
Singolare | laudatum esse | laudatam esse | laudatum esse |
Plurale | laudatos esse | laudatas esse | laudata esse |
Futuro
L’infinito futuro attivo si forma con il participio futuro + l’infinito presente di sum:
Numero | Maschile | Femminile | Neutro |
Singolare | laudaturum esse | laudaturam esse | laudaturum esse |
Plurale | laudaturos esse | laudaturas esse | laudatura esse |
Il passivo vuole invece il supino del verbo (4° voce del paradigma) + iri (forma derivata dal verbo irregolare eo, che significa andare).
Sarà quindi, per esempio, laudatum iri (traducibile come essere per essere lodato).
In genere quindi si può dire che la forma infinita del futuro passivo esprime una intenzione o una volontà di fare qualcosa (quindi traducibile anche come intenzione di essere lodato).
Ed eccoci tornati al punto di partenza, all’infinito. Sì, un modo particolarmente sui generis per l’impostazione verbale, specie nel caso del latino la cui particolarità resta il paradigma del verbo latino, costrutto la cui conoscenza permette di fare progressi con più rapidità.