Dizionari di greco e latino in lingua inglese

Dizionari di greco e latino in lingua inglese

 

 

Prima di analizzare i dizionari di greco e latino in lingua inglese, vi ricordiamo che ci siamo già occupati di redimere le diverse querelle legate all’acquisto dei dizionari di greco e latino in lingua italiana, giocati sulla dicotomia Rocci o Gi per il primo caso, IL e tanto altro per il secondo.

Una annosa quaestio complicata altresì da costi progressivamente in aumento anche per la carta stampata, al netto delle nuove edizioni e dei supporti digitali disponibili.

Non deve stupire infatti la disaffezione al dizionario, dettata da una didattica spesso poco dedicata all’acquisizione di competenze sullo strumento (come si cercano le parole, quante cercarne, come memorizzarle) da risultare oltremodo instabile così da preferire ricerche in rete per sbrogliare direttamente la matassa della traduzione.

In effetti, abbiamo anche provato a ragionare da integrati poco meno apocalittici, designando anche un prontuario per l’impiego certosino di uno strumento accessibile in rete: un dizionario come Olivetti, per intenderci, di certo offre un valido supporto tanto alla traduzione quanto alla riconoscenza grammaticale, con tanto di declinazioni e coniugazione offerte a beneficio dei queruli studenti.

Eppure, non sentiamo di aver svolto fino in fondo il nostro compito: sempre più italiani lasciano le nostre università per completare il proprio percorso di studi all’estero, dove resta possibile ricercare con più efficacia anche di rimando all’evidenza di fondi stanziati con meno parsimonia che dalle nostre latitudini.

Certo, studiare greco e latino nelle nostre università può rappresentare un bene importante, riconosciuto con somma dedizione da schiere di studiosi interessati che si spostano dall’estero per completare le proprie ricerche; visiting professor e studenti Erasmus+ sembrano farla da padrona, eppure lamentano spesso l’impreparazione tutta italiana nel gestire tali flussi culturali.

Tra l’altro sembrerebbero assenti dagli scaffali delle più fornite librerie strumenti indispensabili quali dizionari di greco e latino in lingua altra che quella “italica”.

Insomma, sembra proprio che, pur sbandierando una coscienza europea, restiamo linguisticamente ancorati alle nostre pratiche: vada pure per il dizionario dei propri antenati, compagno di tante disavventure per generazioni così diverse. Ma sarebbe arrivato il momento di affiancare anche un dizionario dal greco all’inglese, dal latino all’inglese così da intrecciare al meglio diversi profili linguistici che definiscono il canone della comunicazione globale.

Tale esperienza, compatibilmente al supporto scolastico anche sotto il profilo economico, motiverebbe certamente studentesse e studenti a prendere contatto con diversi strumenti a partire pur sempre dalla singola versione che si ha davanti, lasciano cogliere aspetti importanti sull’autodisciplina nella traduzione.

Augurandoci di aver guadagnato la vostra attenzione nel misurarci con tali argomentazioni, è dunque arrivato il momento di presentare i dizionari di greco e latino in lingua inglese così da offrire alla nostra comunità una risposta concreta a una domanda che, pur mal posta, potrebbe smarcare il nostro modello didattico dalla reiterazione delle abitudini.

 

 

Dizionari di greco e latino in lingua inglese: dizionario greco/inglese

 

Chi volesse assicurarsi uno strumento di sicuro fascino, certa immediatezza, accurata provenienza può aggiungere al proprio carrello il Greek-English, English-Greek (Pocket Oxford Greek Dictionary) di Julian Talbot Pring, uno strumento aggiornato costantemente fino alla morte dell’autore, nel 2001, ma ancora oggi di largo consumo tra gli addetti ai lavori che intendano maturare un primo contatto con la lingua inglese a partire dal greco.

Maneggevole, editato con chiarezza e supportato da una rigorosa introduzione, questo testo può essere particolarmente utile a chi voglia sperimentare, attraverso la versione di greco, una resa della lingua che vada oltre il consueto esercizio di traduzione minima in lingua italiana, permettendo al discente di esercitarsi su più paradigmi linguistici, cosa non di poco conto.

La vera scoperta, per tutti voi, frequentatori assidui del portale grecoelatino, sarà riportare nuovamente l’Italia al primo posto nella classifica dell’affezione alle lingue classiche, ragionare nuovamente sulla presenza di un autore italiano quale leader del mercato con il suo GE, stante per Greek English.

Avrete quasi capito di chi stiamo parlando ma non vogliamo lasciarci sfuggire l’opportunità di ringraziare il prof. Franco Montanari per la preziosa collaborazione offerta unitamente alla co-autorialità di  Madeleine Goh e Chad Schroeder per un dizionario di greco annoverato tra i migliori per gli addetti ai lavori, anche in ragione di una esperienza didattica portata avanti anche a mezzo grafico, con pagine la cui lettura risulta avvantaggiata dall’impatto grafico.

The Brill Dictionary of Ancient Greek può davvero offrire uno stimolo didattico in chiave comparativa e, augurandoci nel nostro pubblico anche un discreto numero di docenti, speriamo proprio in futuro qualcuno possa adeguare questa scheda alla realtà, proponendo esercitazioni in tal senso, dalla lingua greca alla lingua inglese, facendo riferimento proprio a questo agile strumento di consultazione, chiaramente non in sostituzione dell’apprendistato sulla lingua italiana, bensì ad integrazione di una sensibilità da coltivare in maniera il più multidisciplinare possibile.

Di rimando al dizionario di greco in lingua inglese, evitiamo di fare la “lista della spesa”, preferiamo suggerire due strumenti, quelli più vicini alle effettive richieste della platea studentesca a riguardo. L’appetito vien mangiando… come metterla per il latino?

 

 

Dizionari di greco e latino in lingua inglese: dizionario latino/inglese

 

Nel solco di quanto appena indicato per la lingua greca, trasferiamoci sul latino: non meravigliamoci se il catalogo a riguardo risulta più corposo, effettivamente sono in maggior numero le case editrici che si occupano di proporre sul mercato inglese strumenti didattici rivolti allo studio di questa lingua.

Parimenti, il numero di scuole dove si insegna ancora il latino è maggiore di quante si preoccupano di impartire l’insegnamento della lingua greca, permettendo insomma un mercato più ampio e variegato.

Anche in questo caso, presentiamo due strumenti per la traduzione, uno più immediato, l’altro più organico. E’ la Oxford University press a fornire una guida efficace alla consultazione: l’Oxford Latin Desk Dictionary di James Marwood incontra pochi, individuati outsider (tra questi, valga la pena di citare almeno  il Latin to English – One Way – Dictionary and Grammar: Trusted support for learning  a cura della Collins Dictionary and Grammar) e permette di confrontarsi con una più ordinata produzione lessicale misurata anche sull’intensità delle “references” opportune.

Di questo dizionario è possibile trovare anche qualche copia nelle biblioteche comunali più illuminate, intenzionate a mettere a disposizione di qualsiasi utente, anche straniero, tali risorse.

Il caso si complica quando ci mettiamo alla ricerca di una guida più rigorosa, che eviti il solo significato per adeguare i suoi contenuti alle norme e ai costrutti della lingua latina. Anche in questo caso, a dividere il mercato sono proprio le case editrici presentate poco sopra, la Oxford University Press e la Collins Dictionary and Grammar: non abbiamo dunque un caso di compartecipazione italiana alla stesura di questi contenuti, d’altronde anche gli Inglesi si occupano con massimo interesse proprio dello studio dei Romani, eppure tra le due alternative la scelta resta idealmente a discrezione dello studioso, anche di risposta al costo del singolo apparato, disponibile anche in versione digitale, a dimostrazione della transizione di contenuti un tempo esclusivamente analogici in alternative più moderne e customizzabili dall’utente.

Qualora non vogliate affidarvi né all’una né all’altra proposta, la terza via suggerita resta il Cassell’s Latin Dictionary, la cui prima edizione risale al 1977 per la supervisione di D. Peter Simpson.

 

 

Conclusione

 

Perché parlare di vocabolari in lingua inglese? Perché no!

La didattica andrebbe motivata proprio a partire dagli incentivi sul vocabolario, strumento poco stimato eppure indispensabile per orientarsi nel mondo delle possibilità di scelta: qualsiasi la lingua, affinare la propria capacità di ricerca resta davvero importante per gestire al meglio ogni contenuto.

21 Marzo 2023

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