La costruzione della frase greca quando si traduce dall’italiano

La costruzione della frase greca quando si traduce dall’italiano

 

 

Abbiamo ricevuto diversi apprezzamenti per la nostra scheda Come ordinare la frease in latino? da dovere necessariamente accontentare quanti hanno chiesto di replicare anche per la lingua greca: la costruzione della frase greca quando si traduce dall’italiano.

 

Ancora proposti sui libri di testo, gli esercizi di traduzione inversa, dall’italiano, sono particolarmente decisivi per valutare il nostro controllo sulla materia, permettondo davvero di mantenere l’equilibrio a dispetto della residua conoscenza impacciata.

Non staremo qui a rimproverarvi, raccomandandovi costanza e pazienza nella lettura della versione prima di mettere mano al vocabolario: sapete bene quanto la prima lettura si riveli decisiva per  individuare subito il soggetto, i verbi e la struttura elementare della frase, dimostrando che conoscete anche l’alfabeto greco, secondo molti, il vero valore aggiunto di almeno un lustro di studi classici.

È buona norma pertanto sottolineare i verbi greci, man mano che li incontrate: non esiste proposizione che non ne abbia uno – se manca, probabilmente da qualche parte è sottinteso il verbo εἰμί.

 

Siamo ancora alla volta in cui ci troviamo a tradurre dal greco all’italiano, siamo alle solite, ecco.

 

 

La costruzione della frase greca quando si traduce dall’italiano: come comportarsi dunque per svolgere tale esercizio?

 

Nessuna paura, procediamo come è già stato per il latino, promuovendo al contempo analisi logica (per valutare i casi giusti) e grammaticale (così da procedere alle giuste concordanze) e valutare questa trasposizione dal greco all’italiano, facendo ricorso al nostro vocabolario.

Ecco, traducendo dal greco all’italiano non è che potete lasciare la parole così come l’avete trovate. Proprio a questo serve la nostra scheda: la frase greca  propone un ordine ben preciso →  di solito incomincia con i complementi di tempo e luogo, poi pone il soggetto, in seguito i complementi indiretti, poi l’oggetto e infine il verbo.

 

Adottate a tal riguardo il cosiddetto “principio delle matrioske”, le bambole orientali che sono racchiuse l’una nell’altra (oppure, se preferite la logica astratta del linguaggio matematico, andate di parentesi conservando le abituali gerarchie).
Solitamente anche le frasi greche sono concentriche: all’esterno c’è la proposizione principale e dentro si formano le subordinate.

 

La struttura tipica è dunque la seguente:

SOGGETTO PRINCIPALE

prop. Subordinante Sogg. Subordinata.1 prop. Subordinante Sogg. Sub.2 Verbo sub.2 Verbo sub.1 VERBO PRINCIPALE

 

Greco e Latino
Greco e Latino
Rispettate questa struttura ad incastro, ne avrete un aiuto prezioso!

NOTA BENE

 

È importante sapere anche che solitamente il verbo si trova a fine di frase: ciò significa che tutte le parole che precedono il verbo devono essere legate ad esso.

 

Identificata dunque la struttura, potete prendere il vocabolario e cominciare a tradurre: (teoricamente) il gioco è fatto!

15 Marzo 2023

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