L’accento in greco
L’accento in greco è uno dei primi argomenti di grammatica greca che vengono studiati. Eppure nel corso del tempo molti studenti finiscono per prestare sempre meno attenzione all’accento in greco, alcuni addirittura fanno confusione tra l’accento in greco e lo spirito!!!!
Magari poco incoraggiante, la differenza residuale della scrittura in greco permette a qualsiasi studente di porsi con più attenzione alle prese con l’ostilità di questi caratteri, cui si fa presto conoscenza ricopiandoli sul proprio quaderno.
E’ difficile infatti apprendere una nuova lingua senza passare per la sua grafia, specie se differente come per il caso del greco.
Se per il latino ci è permesso di sorvolare su questa differenza, non possiamo evitare di certo un passaggio per la riscrittura del greco. Anzi, ne consigliamo a più riprese la pratica per affinare la vista e la mano all’esercizio.
Proviamo dunque a definire meglio alcune indicazioni utili alla lettura di una lingua che, come abbiamo ricordato, pretende di farsi familiare prima di lasciarsi analizzare e tradurre.
Prima di dedicarci alle regole per la giusta intonazione, preferiamo indicare nuovamente dove puoi trovare le regole per la buona pronuncia in greco così da aver soddisfatto tutti i requisiti richiesti.
Spirito dolce e aspro
A differenza del latino, la lingua greca presenta un simbolo definito “spirito”, che si rappresenta graficamente come un’apostrofo: indica l’assenza o la presenza di aspirazione su una vocale a inizio di parola.
Lo spirito dolce (es: ἀ) indica assenza di aspirazione → la vocale va letta normalmente
Lo spirito aspro (es: ἁ) presenza di aspirazione → la vocale va letta come se fosse preceduta da un’h aspirata.
Graficamente, lo spirito si riporta al di sopra della vocale su cui si applica.
Se la vocale è scritta in maiuscolo, lo spirito si riporta in alto a sinistra della vocale (es: Ἀ, Ἁ).
Se la vocale è accentata con accento acuto, l’accento si riporta graficamente a destra dello spirito (es: ἄ, ἅ, Ἄ, Ἅ).
Se la vocale è accentata con accento circonflesso, l’accento si riporta graficamente al di sopra dello spirito (es: ἆ, ἇ, Ἆ, Ἇ).
Nei dittonghi propri e nei digrammi, accento e spirito si riportano sulla seconda vocale (es: εὔ) ma si pronunciano sulla prima (ovvero, éu). Nei dittonghi impropri ove la prima vocale sia un’iniziale maiuscola, spirito e accento si riportano su di essa (es: Ἄι).
Rudimenti sull’ accento in greco
Il greco inizialmente non segnava, ovviamente, né accenti né spiriti che furono introdotti dai filologi antichi per indicare una corretta pronuncia delle parole [trasposizione dell’oralità nella scrittura]
Il greco ha tre accenti: acuto, grave e circonflesso (rispettivamente, ´, `, ˆ ).
Si tratta di un accento diverso da quello cui siamo abituati in italiano e, in generale, nelle lingue romanze moderne.
Nelle lingue moderne infatti l’accento indica il punto in cui cade maggiormente l’intensità della voce (accento tonico) e/o l’apertura o chiusura di una vocale.
Nel greco antico invece si trattava di un accento musicale, cioè che indicava un alzamento o abbassamento del suono.
Ovviamente, la lettura invalsa è quella di un semplice accento tonico che indica l’intensità della voce, ma, anche solo per curiosità, è bene sapere che l’accento acuto indica un innalzamento del tono, l’accento grave un abbassamento del tono, il circonflesso un innalzamento seguito da un abbassamento (e infatti si trova solo sulle vocali lunghe).
Una parola greca, rispetto alla sua accentazione, si dice:
ossitona, se ha l’accento acuto (o grave) sull’ultima sillaba – tipo καλός oppure βαρύς;
parossitona, se ha l’accento acuto sulla penultima sillaba – tipo λόγος;
proparossitona, se ha l’accento acuto sulla terzultima sillaba – tipo πόλεμος;
perispomena, se ha l’accento circonflesso sull’ultima sillaba – tipo Μουσῶν (genitivo plurale);
properispomena, se ha l’accento circonflesso sulla penultima sillaba – tipo θρῆνος.
Le leggi prosodiche che regolano l’accentazione nel greco antico sono numerose e complesse.
Nella maggior parte si tratta di leggi di limitazione in quanto esse non permettono di conoscere in anticipo la collocazione e il tipo di accento nella parola, ma descrivono alcuni limiti riguardo alla sua posizione (tra l’ultima e la terzultima sillaba) e riguardo alla sua qualità (l’accento circonflesso e quello grave sono possibili solo a determinate condizioni).
Ricorda!
Secondo la legge del trisillabismo, nelle parole greche l’accento non può mai risalire oltre la terzultima sillaba se è acuto, non oltre la penultima se è circonflesso.