o mythos deloi oti ( Ὁ μύθος δελοι οτι ): l’inizio della morale
o mythos deloi oti…. c’era una volta una splendida abitudine tra gli uomini. Prima di parcheggiare i figlioletti davanti ad uno schermo, erano le parole a tenere banco nelle relazioni. Una antica leggenda vuole che si intonassero ninne nanne per favorire il sonno dei bimbi, nonché la lettura di favole per garantire i famosissimi “sogni d’oro”.
La favola resta ancora oggi un archetipo letterario.
Facendo degli animali i protagonisti delle vicende anticipa di svariati millenni quella forzata antropizzazione in atto nei cartoni animati con gli animali a comportarsi proprio come gli esseri umani. Insomma, Esopo aveva visto lungo.
La presentazione dei personaggi è affidata spesso ai dialoghi
Le favole sono dei racconti brevi, quasi esclusivamente paratattici, dall’indubbio merito di spiegare con parole semplici le complicate relazioni che vivono gli uomini tra loro.
Articolate in pochi paragrafi, la presentazione dei personaggi è affidata spesso ai dialoghi, che ne mostrano tendenze e aspirazioni.
Nel comportamento degli animali cogliamo i primi tratti di una resa piscologica dei personaggi nella scrittura.
Ed è la presenza della morale finale – annunciata dalla principale Ὁ μύθος δελοι οτι cioè o mythos deloi oti – a mettere la parola fine ad ogni storia: una considerazione possibile a partire dall’esempio narrato tale che starebbe al lettore completare con la subordinata giusta; per fortuna nostra ci ha già pensato il favolista greco.
Ci sembra decisivo ricordare come la favola di Esopo possa considerarsi modello per i miti e le leggende che, attraverso il medium della narrazione, hanno la capacità di veicolare valori condivisi.
Da Esopo ad Orwell
Qualche secolo più tardi sarà la volta delle parabole che riportano in scena il primato degli uomini pur conservando quello schema narrativo semplice derivabile dalla stessa favola. E come non vedere nella stessa fattoria degli animali un implicito omaggio di Orwell (1984) alla straordinaria visione di Esopo?
Anche in questo caso, l’opera letteraria incoraggia una etica pratica evidenziata dal ricorso alla morale.
Certo, bisogna pur ricordare come nel corpus Aesopianum non manchino favole dove protagonisti sono gli stessi uomini se non le piante o gli dei. Dalle circa 400 favole a noi giunte grazie al filtro dell’ellenismo ricaviamo uno spirito arguto e ironico, ancora moderno e ancorato alla natura dell’uomo.
o mythos deloi oti (Ὁ μύθος δελοι οτι)
Con la morale della favola si passa dalla narrazione di un evento all’esposizione di una regola generale. Per fare questo l’autore ricorre spesso alla proposizione dichiarativa, in modo affine a quanto espresso dalla proposizione oggettiva in italiano.
Quindi, soffermandoci sul dato grammaticale, possiamo indicare questa frase come archetipica per riconoscere il funzionamento della proposizione dichiarativa nella lingua greca.
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