Aoristo panoramica generale
L’aoristo è un tempo verbale caratteristicamente greco, che esprime l’azione concepita come un fatto, in sé, senza considerare né la sua continuità né la sua compiutezza.
L’azione momentanea o puntuale espressa dall’aoristo è trasferita nel passato solo nel modo indicativo; infatti nelle forme del modo indicativo è presente l’aumento.
Come si traduce l’aoristo in italiano?
Le forme dell’indicativo corrispondono quasi sempre al passato remoto italiano o al perfetto storico latino.
L’aoristo è un tempo verbale che presenta queste caratteristiche:
tre diatesi (attiva, media e passiva),
tutti i modi (indicativo, congiuntivo, ottativo, imperativo, infinito, participio),
tre tipi (primo o debole ; forte o secondo o tematico; fortissimo o terzo o atematico).
Prima di dedicarci analiticamente all’aoristo, lasciamo di seguito uno schema molto importante per riepilogare queste prime informazioni fornite.
Ecco l’aoristo debole, l’aoristo forte e l’aoristo fortissimo in rapporto alla formazione dell’indicativo.
(dal testo”Gràmmata” Grammatica greca edizioni Carocci)
Aoristo: motivi didattici
Abbiamo introdotto l’aoristo con uno schema riassuntivo per presentare graficamente i diversi costrutti che ne animano la forma verbale.
Chi frequenta da qualche tempo il nostro portale di greco e latino sa bene che, lontani dal dovere indicare una prassi in funzione della traduzione seguendo il modello dei traduttori standardizzati e standardizzanti – pensate a Google Translate – avremmo continuato a proporre contenuti didattici a riguardo.
Prima di proseguire, vi indichiamo nuovamente un passaggio (che riteniamo decisivo) attraverso la nostra scheda dedicata alle classi verbali.
Note a margine sull’aoristo
Avendo maturato diverse esperienze in relazione alla didattica, sappiamo bene come lo studio del greco antico si rivolga a diversi “target” tra gli stessi studenti: c’è chi è più coinvolto, chi meno e bisognerebbe non farne un problema di fondo!
Magari uno studente svogliato in greco eccelle in altre discipline, viceversa chi traduce le versioni di greco alla grande può avere diverse difficoltà con equazioni.
Proviamo quindi a spiegare a tutti, ma proprio tutti, perché riteniamo lo studio dell’aoristo un passaggio abbastanza delicato nella familiarizzazione con la lingua e la cultura greca.
Il punto decisivo è questo: presentando tra i suoi valori il tempo del passato (remoto), la sua frequenza non lascia scampo a superficialità di ogni sorta.
Inoltre, una volta memorizzate alcune regole che definiscono la formazioni delle classi verbali (vedi “Classi verbali in greco“), l’esame delle diverse forme di aoristo permette di avvicinarsi con curiosità ai meccanismi della morfologia verbale.
Perché fare una lunga panoramica sull’aoristo?
Ormai dovremmo sapere che il sistema verbale della lingua greca è organizzato per tempi che definiscono l’aspetto e la qualità dell’azione.
Ebbene, l’aoristo rappresenta l’evento in sé, quasi in termini atemporali se è possibile risalire alla sua stessa presentazione in lingua greca (ἀόριστος χρόνος, tempo indefinito) per spiegarne al meglio l’impiego:
trattandosi di un passato ormai concluso, può essere tradotto con il passato remoto (talvolta anche col passato prossimo)
in subordinate dipendenti da tempo storico finisce per indicare anteriorità;
se l’azione è vista nel suo iniziarsi, può fungere da verbo incoativo.
Solitamente lo si trova all’indicativo per esprimere una dimensione temporale corrispondente, come abbiamo già riferito, al nostro passato remoto.
Ma non del solo indicativo si servono i verbi: che fare con gli altri modi verbali?
Ebbene, da un lato può essere messo in risalto il suo valore aspettuale: se lo trovate ad esempio al participio, può indicare tanto l’anteriorità, quanto la momentaneità di un’azione appena compiuta; dall’altro possono essere rintracciate diverse espressioni di carattere volitivo (si veda al congiuntivo, all’imperativo, all’infinito), davvero molto frequenti!
Diversi aoristi
Per quanto riguarda la forma attiva, in greco esistono tre forme d’aoristo.
Una volta affrontato il riferimento operativo sulle classi verbali, avrai preso confidenza con la funzione decisiva della radice in quanto cellula semantica da cui poter sviluppare classi di parole.
Ebbene, nel paradigma di un verbo, bisogna fare particolare attenzione alle modifiche occorse alla radice, solitamente mediante apofonia (o alternanza vocalica) da un lato, affissazione dall’altro, vale a dire l’aggiunta di elementi estranei alla radice.
Aoristo PRIMO / Aoristo DEBOLE
Abbiamo diverse volte indicato l’importanza di uno studio integrato della grammatica greca (vedi SOMMARIO grammatica greca) tale per cui bisognerebbe imparare nel tempo a relazionare articoli, nomi, aggettivi, pronomi e verbi tra loro: non dovrebbe essere un mistero laddove questi cinque elementi si trovano riuniti nel sacro sinodo delle parti variabili del discorso.
Tale premessa corre d’uopo in occorrenza allo studio dell’aoristo primo (aoristo debole): si può procedere allo studio della terza declinazione in greco unitamente alle classi di nominali più direttamente coinvolte nella formazione dell’aoristo primo.
Di conseguenza, attraverso lo studio di questo tempo verbale sarà possibile riflettere ulteriormente sui meccanismi di sviluppo della morfologia verbale e sui metodi per risalire al presente.
Morfologia verbale dell’aoristo debole
Presentato finora attraverso numerali ordinali, è possibile riferirsi all’aoristo primo anche come aoristo debole.
Le regole che definiscono la sua formazione prevedono l’aggiunta di un suffisso alla radice; come tale può definirsi:
– sigmatico, laddove si riferisca a verbi che terminino in vocale o in consonante muta, gutturale, labiale e dentale → da cui la corrispondenza con la formazione della terza declinazione;
- verbi uscenti in vocale: allungamento della vocale finale ( α > η; ε > η; ο > ω );
- verbi uscenti in muta:
. gutturale + σα > ξα
. labiale + σα > ψα
. dentale + σα > σα(la dentale cade senza lasciare traccia)
– asigmatico (in modo apparente, sia chiaro) con i verbi la cui radice termini in liquida o nasale.
- verbi uscenti in liquida o nasale: il s cade provocando allungamento:
. αλ +σα >ηλα ; αμ + σα > ημα ; αν + σα > ενα ; αρ + σα > ηρα;
. ελ + σα > ειλα ; εμ + σα > ειμα ; εν + σα > εινα ; ερ + σα > ειρα;
. ι e υ allungano
Riferite nuovamente queste coordinate per navigare a vista sull’aoristo primo (e la terza declinazione in greco pure), di seguito riferiamo alcune indicazioni per risalire dall’aoristo debole al presente, vera e propria abilità da raffinare con l’esercizio.
E, sinceramente, piuttosto che provare a identificare il presente suggerendo le diverse casistiche, preferiamo ricordare lutilità della conoscenza di molte parole (meglio ancora se raccolte in rubrica, come suggeriamo agli studenti) così da procedere spediti al riconoscimento.
Aoristo SECONDO / Aoristo FORTE
Ci siamo incamminati per l’impervia strada che conduce alla definizione di un metodo utile a riconoscere e tradurre il tempo aoristo, così ricorrente nelle versioni di greco.
A pensarci bene, un’altra bella gatta da pelare se, confrontando questa lingua con la sua parente didatticamente più studiata (il latino), è solo uno dei passati possibili cui potersi rifare.
Superato l’ostacolo dell’aoristo debole attraverso una incredibile alleanza tra flessione nominale e flessione verbale, è arrivato il momento di rifarsi direttamente alla capacità di risalire alla forma base del presente, così da trovare conforto immediato nelle indicazioni, tacite ma scrupolose, offerte dal vocabolario.
Per l’aoristo secondo (detto anche aoristo forte) tale operazione resta magari meno complicata, da un lato perché i verbi che appartengono a questo gruppo sono quasi tutti ricorrenti e semanticamente decisivi per chi voglia studiare con cognizione questa lingua; dall’altro perché la varietà nel tema del presente è riconducibile a diversi meccanismi morfologici tali per cui l’identità fonetica della radice può non essere compromessa (pensate ad alcuni verbi in nasale o con raddoppiamento) oppure, sebbene modificata dall’apofonia, risulti facile da riconoscere.
Trattandosi di una forma verbale di tipo tematico, l’aoristo secondo presenta caratteristiche che lo avvicinano tanto al presente quanto all’imperfetto e presenta l’aumento solo all’indicativo.
Lista di verbi che hanno l’aoristo secondo (aoristo forte)
λαμβάνω, “prendere” = aor. ἔλαβον
βάλλω “gettare” = aor. ἔβαλον
λείπω, “lasciare” = aor. ἔλιπον
ἄγω “condurre” aor. ἤγαγον
αἱρέω “prendere” = aor. εἷλον
γίγνομαι “nascere, essere, diventare” = aor. ἐγενόμην
ἔρχομαι ” andare” = aor. ἦλθον
τρέχω “correre” = aor. ἔδραμον
ἐσθίω “mangiare” = aor. ἔφαγον
εὑρίσκω “trovare” = aor. ηὗρον
ἔχω “avere” = aor. ἔσχον
λέγω “dire” = aor. εἶπον
ὁράω “vedere” = aor. εἶδον
φέρω “portare, sopportare” = aor. ἤνεγκον
Tali indicazioni ci portano nuovamente a ragionare sulla centralità della radice ai fini della comprensione dei meccanismi di sviluppo della morfologia verbale e tale abilità permette di affinare il contatto con una grande quantità di varianti al punto da richiedere lucidità e prontezza pur di padroneggiare con più sicurezza tale materia così delicata.
Il nostro consiglio, ancora una volta, resta quello di procedere alla compilazione di una rubrica attraverso cui ordinare famiglia di appartenenza così da associare compiutamente ulteriori nomi, aggettivi e avverbi in essa compresi.
E se troviamo l’oristo forte in forma media come dobbiamo tradurlo? O con un riflessivo o con un medio di interesse!
Aoristo TERZO / Aoristo FORTISSIMO
Non c’è due senza tre: un motto di spirito da poter riferire senza troppa maldicenza tanto alle declinazioni quanto ai diversi tipo di aoristo che la lingua greca presenta.
Tale aoristo, l’aoristo terzo – definito per giunta fortissimo – si forma aggiungendo le desinenze direttamente alla radice che presenta il fenomeno dell’apofonia quantitativa:
vocale breve davanti ad altra vocale e al gruppo -ντ- ;
vocale lunga in tutti gli altri casi
Così poco da aggiungere a riguardo che forniamo semplicemente la lista dei verbi greci che presentano l’aoristo terzo così da definire con massima immediatezza il ricorrere di tale tempo verbale:
ἁλίσκομαι «sono preso», aor. ἑάλων
βιόω «vivo», aor. ἐβίων
γηράσκω «invecchio», aor. ἐγήραν
γιγνώσκω «conosco», aor, ἔγνων
ἵστημι «sto, colloco», aor. ἔστην
ὀνίνημι «giovo», aor. ὠνήμην
πέτομαι «volo», aor. ἔπτην
πρίαμαι «compro», aor. ἐπριάμην
σβέννυμι «spengo», aor. ἔσβην
φθάνω «prevengo», aor. ἔφθην
φύω «nasco», aor. ἔφυν
Ricorda che alcuni verbi hanno sia l’aoristo debole che l’aoristo atematico; in questo caso, il primo ha valore transitivo-causativo, il secondo intransitivo.
Es. φύω «nasco», aor. 3° ἔφυν «nacqui», aor. 1° ἔφυσα «generai».